»There is no Evil« è stato presentato come ultimo del concorso ma ha fortemente colto nel segno. E' un film coraggioso e ben fatto, ma questa volta l'Orso d'Oro assume anche una connotazione profondamente politica, perchè è stato assegnato ad un regista, l'iraniano Mohammad Rasoulof, che è perseguito dalle autorità del Paese, tanto che gli è stato impedito di viaggiare e quindi anche di venire a Berlino per ritirare il premio. All'interno della pellicola quattro storie che propongono altrettanti spunti per riflettere su alcune tematiche di grande importanza: la pena di morte, la repressione, la colpa e la capacità di schierarsi. Un film che ha una durata di 150 minuti, molto sopra la media, ma che è anche capace di coinvolgere fortemente lo spettatore. A festeggiare a Belino è anche il cinema italiano. La giuria presieduta dall'attore Jeremy Irons ha premiato i fratelli D'Innocenzo per il film Favolacce, orso d'argento per la sceneggiatura, mentre l'attore Elio Germano ha vinto l'orso d'argento come migliore attore per l'interpretazione del pittore Ligabue nel film Volevo nascondermi di Giorgio Diritti. Da ricordare che Elio Germano è anche nel cast di Favolacce. Il riconoscimento per la miglior attrice è andato invece a Paula Beer per il film tedesco Undine di Christian Petzold. Gran Premio della Giuria all'americano Never Rarely Sometimes Always di Eliza Hartman. Da segnalare infine il film Los conductos come miglior opera prima del colombiano Camilo Restrepo.
Miro Dellore