In questi giorni di afa ho visitato due belle mostre a Capodistria.
La mostra Collezione di arte contemporanea Marino Cettina, organizzata dalle gallerie costiere, che esibisce una interessante collezione privata del gallerista e collezionista di Umago , Marino Cettina, che ci ha lasciato troppo presto. Ho conosciuto e apprezzato Marino Cettina negli anni novanta nel contesto della sua galleria Dante, di Umago. Nel 96 ebbi occasione di incontrarlo a New York dove aveva portato una collezione di artisti europei da esibire in un importante evento artistico. Con la sua intuizione e dedizione all’ arte, Cettina ha contribuito non poco a dare ossigeno alla dimensione culturale di quest’ area e forse meriterebbe uno spazio espositivo permanente per la sua collezione.
La seconda mostra , bella, che ho visto è quella sul casato Tarsia, che è stata allestita nel palazzo Gravisi Buttorai, sede della Comunità degli italiani, e nel palazzo Tarsia, sede, prima delle redazioni di radio Capodistria, poi, per molti anni, del giornale Primorske Novice. E’ una mostra importante , che ci fa conoscere una pagina di storia cittadina dimenticata. Ricordiamo che il palazzo Tarsia è stato recentemente rilevato dalla Can Costiera, Comunità autogestita Costiera della Nazionalità Italiana, che in questo importante palazzo storico intende concentrare la sua attività.
Infine, giusto per fare un po’ di pettegolezzi, c’è chi ha storto il naso in seguito a questa operazione. Qualche amico sloveno, un po’ piccato, mi ha detto che forse la via dove si trova il palazzo Tarsia sta diventando troppo italiana. In questa via, via Fronte di Liberazione, ci sono anche le sedi di radio e Tv Capodistria, oltre che la sede della Comunità degli italiani e del futuro Centro multimediale italiano. Che dire…speriamo siano solo pettegolezzi.
Aljoša Curavić