Il Kosovo ha reso noto che intende costruire la prima fabbrica per munizioni statale assieme a un laboratorio di design per i droni. Lo ha dichiarato il Premier Kurti nel corso di un'audizione al Parlamento precisando che la mossa ha come obiettivo lo sviluppo dell'industria di difesa nel Paese. Kurti ha rivelato i piani volti a formare una Commissione inter ministeriale che diriga lo sviluppo dell'industria e del laboratorio evidenziando la necessità di una difesa che si possa autosostenere nel campo delle armi per l'esercito considerate le crescenti tensioni con la Serbia. In passato Kurti aveva ripetutamente dichiarato che il suo Paese dovrebbe essere pronto ad affrontare qualsiasi minaccia dalla vicina Serbia, che considera il Kosovo ancora parte del suo territorio. Per Kurti l'esercito dev'essere armato in tale misura e in poco tempo in modo da assicurare e garantire una piena capacità e sostenibilità. Il Ministro della Difesa Maqedonci ha risposto che organizzerà la Commissione, di avere ricevuto un rapporto dai produttori statali di armi in Turchia e che si sta finalizzando il progetto, aggiungendo che considerata l'attuale instabilità della situazione di sicurezza in Ucraina e nel Medio Oriente vi è una necessità globale di rifornire gli stock di munizioni e di armi. La NATO ha ancora una forza di quattro mila soldati nel Paese, in particolare nel nord, dove negli anni passati vi sono state pesanti tensioni etniche da quando il Kosovo ha dichiarato la propria indipendenza dalla Serbia. All'inizio dell'anno il Dipartimento di Stato statunitense ha approvato una vendita da 75 milioni di dollari di missili anti-tank a Priština. Le politiche di difesa kosovare sono in linea con quelle dell'Alleanza Atlantica in cui vuole entrare, ma quattro membri ancora non hanno riconosciuto il Kosovo come Stato.
Franco de Stefani