L'incapacità delle autorità ecclesiastiche di affrontare in modo adeguato i "ripugnanti" crimini di abusi sui minori da parte dei clerici in Irlanda rimane una fonte di vergogna per la comunità cattolica. Provo "dolore e vergogna" per quanto accaduto. Lo ha affermato Papa Francesco durante la sua prima visita papale in Irlanda che segna il ritorno di un Pontefice nel Paese, dopo quasi 40 anni. L'ultimo era stato Giovanni Paolo secondo, che visitò Dublino nel 1979.
"Non posso che riconoscere il grave scandalo causato in Irlanda dagli abusi su minori da parte di membri della Chiesa incaricati di proteggerli ed educarli", ha detto il Papa. Nel suo discorso alle autorità irlandesi, ha rinnovato il suo impegno per eliminare il flagello della pedofilia nella Chiesa a qualsiasi costo.
Il Pontefice ha rivolto il suo pensiero soprattutto alle "donne che in passato hanno dovuto affrontare esperienze difficili". In Irlanda, secondo quanto emerso da diverse inchieste, numerosi bambini nati al di fuori del matrimonio sono stati dati in adozione, specialmente grazie all'aiuto dello Stato della Chiesa cattolica.
Nel corso della visita del Papa in Irlanda il gruppo denominato "Noi siamo la Chiesa", dedito alle riforme della Chiesa cattolica, ha organizzato una manifestazione di protesta, chiedendo il sacerdozio femminile e l'inclusione degli omosessuali.