Foto: BoBo
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In base a quanto emerge dal rapporto, in Italia, il governo di Giorgia Meloni ha adottato misure che rafforzano il controllo politico sulle istituzioni giudiziarie, aumentando il potere del Ministero della Giustizia sui procuratori. Le modifiche proposte sono state criticate da organizzazioni per i diritti umani come una minaccia all'indipendenza del sistema giudiziario. Tali provvedimenti pongono seri interrogativi sulla separazione dei poteri, un principio cardine di ogni democrazia. Inoltre, l'Italia è accusata di attaccare la libertà di stampa. Diversi gli episodi che rivelano un clima di crescente intolleranza nei confronti delle voci critiche e dei media liberi, un fenomeno che il rapporto definisce come parte di un più ampio processo di "recessione democratica" che sta minando le fondamenta della democrazia nel Paese. Anche la Croazia non è immune dalle critiche. Il rapporto evidenzia come l'indipendenza del sistema giuridico croato sia stata compromessa dalla nomina di Ivan Turudić, ex giudice dell'alta corte penale legato al partito al potere, a procuratore generale. Inoltre, la crescente interferenza politica nelle istituzioni e la gestione della corruzione hanno alimentato il senso di sfiducia nel sistema legale e nei meccanismi di giustizia. L'analisi del rapporto si estende a tutta l'Unione Europea, dove molte altre nazioni stanno vivendo un indebolimento delle strutture democratiche. Paesi come la Bulgaria e la Slovacchia sono accusati di indebolire deliberatamente lo stato di diritto, con misure che limitano la libertà di espressione, ostacolano le indagini sulle frodi e etichettano le ONG come "organizzazioni con finanziamenti esteri", tentando così di limitare la libertà civile. Il documento sottolinea infine come, in un panorama geopolitico incerto, sia fondamentale che i governi europei agiscano per preservare i diritti e le libertà fondamentali, altrimenti rischiano di compromettere il futuro del progetto europeo.

M.N.