Foto: Reuters
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"Nell’attuale contesto di sicurezza, è della massima importanza fornire alle nostre forze di difesa flessibilità e libertà di scelta potenziale utilizzo di nuovi sistemi di difesa", hanno affermato in una dichiarazione congiunta i ministri della difesa di Polonia e dei tre paesi baltici, annunciando la loro volontà di ritirarsi dal Trattato di Ottawa che vieta l’utilizzo delle mine antiuomo.

Il ministro della Difesa estone Hanno Pevkur ha detto che per il momento il suo paese non pianifica lo sviluppo, lo stoccaggio o l’utilizzo di mine antiuomo e che l’Estonia, insieme ai suoi alleati regionali, intende mantenere il suo impegno a rispettare il diritto internazionale, nonostante l’uscita dalla convenzione.

Una decisione che il primo ministro polacco Donald Tusk aveva anticipato già all’inizio del mese quando aveva anche fatto sapere di volersi dotare di testate nucleari e ingrandire il proprio esercito. In ballo, secondo lui, ci sarebbe la tenuta del fronte orientale dell’Alleanza atlantica, e dunque la sicurezza dell’intero continente. Tusk ha, anche, annunciato davanti al parlamento l’intenzione di aumentare sostanzialmente l’organico dell’esercito, fino a raggiungere i 500mila effettivi. “Entro la fine dell’anno, vogliamo avere un modello pronto in modo che ogni maschio adulto in Polonia sia addestrato per la guerra e che questa riserva sia adeguata alle possibili minacce”, ha spiegato ai deputati.

Barbara Costamagna

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