Prima sconfitta del Governo di Theresa May alla riapertura del dibattito sulla Brexit: la Camera dei Comuni ha infatti approvato con 308 "sì" e 297 "no" un emendamento promosso dal deputato tory dissidente Dominic Grieve che impone all'Esecutivo, in caso di bocciatura del piano di uscita promosso dalla May, di presentare un nuovo piano per la Brexit entro 3 giorni lavorativi se l'attuale testo dell'accordo fra Londra e Bruxelles sarà bocciato dalla Camera dei Comuni il 15 di gennaio. Al momento appare del tutto improbabile che il testo dell'accordo possa essere approvato considerato che non include cambiamenti rispetto al testo ritirato all'ultimo momento prima del voto l'11 dicembre scorso dal governo proprio per la paura di una bocciatura.
A questo punto un secondo referendum sulla Brexit, è una possibilità sempre più reale, ma si tratta di eventualità alla quale non solo Theresa May vorrebbe non dover affronatare.
Tra le ipotesi di un piano B, alternativo all'accordo raggiunto da May con Bruxelles è quello di un divorzio più soft ispirato al cosiddetto modello "Norvegia plus": in base ad esso il Regno Unito, pur uscendo dall'Unione Europea, mirerebbe a restare sostanzialmente parte del mercato unico e anche dell'unione doganale.
Corrado Cimador