Ultima sul 25 aprile e sulle foibe in ordine di tempo quella tra il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna e la locale ANPI, alla quale il primo cittadino ha invitato lo scorso venerdì a dissociarsi dal manifesto comparso pochi giorni fa sui muri di Roma per una manifestazione che si terrà nella capitale il giorno della liberazione, sul quale appare un triangolo rosso che alcuni, tra i quali anche la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, hanno interpretato come un richiamo alle foibe.
"L'Anpi nazionale e goriziana si dissocino dall'invito di ANPI Roma di continuare a gettare persone nelle foibe", ha chiesto sui social Ziberna che ha postato il manifesto parlando di un'immagine che "irride le foibe".
"Non è ANPI di Roma e di Gorizia a doversi scusare con il sindaco di Gorizia (...) per il semplice motivo che non è stato fatto da ANPI di Roma ma da un comitato antifascista di Roma est", ha risposto qualche ora fa la sezione di Gorizia dell'associazione, che in una nota riportata da Trieste Prima, accusa Ziberna di non perdere occasione per attaccarli, "consentendo che sul sito del primo cittadino si scatenino una serie di attacchi violenti e immotivati".
Già negli scorsi giorni su questa polemica era intervenuto Bobo Craxi, contestando la posizione della Meloni, e ricordando che si tratta di un manifesto ideato da Ettore Vitale nel 1973 per conto del PSI. "A Centocelle dei giovani antifascisti quest'anno hanno usato l'immagine di questo Manifesto Socialista della metà degli anni Settanta come logo di una manifestazione commemorativa", spiega Craxi sui social. "Rappresenta un'onda rossa che ne infrange una nera tenuta assieme con lo scotch; l'esatta metafora dell'inganno, fragilità, obsolescenza di ogni autoritarismo spazzata dalla forza e dalla determinazione democratica", questo secondo lui in realtà il significato che si nasconde dietro il triangolo rosso .
Barbara Costamagna