Un centinaio di persone ha partecipato alla manifestazione antifascista organizzata in piazza della Borsa a Trieste, luogo simbolico vista la presenza del monumento a Gabriele D'Annunzio, recentemente inaugurato, non senza polemiche, visti i sentimenti anti-slavi che, secondo i promotori del presidio, animavano il poeta simbolo del fascismo stesso.
Critiche all'intervento del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, che sulla questione delle Foibe ha affermato che sono state "Una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono, per superficialità o per calcolo, il dovuto rilievo". "Esistono ancora piccole sacche di deprecabile negazionismo militante”, ed allo stesso tempo solidarietà agli storici che studiano e diffondono quanto fatto dal fascismo in queste terre, questo il tenore degli interventi dei partecipanti al presidio antifascista in piazza della Borsa. Una dichiarazione, quella di Mattarella, che secondo gli organizzatori contribuisce a delegittimare la Resistenza italiana, con una sorta di revisionismo di stato. Non sono mancati riferimenti alle iniziative patrocinate dal Comune di Trieste in occasione di questo 10 febbraio, come quella sull'incendio al Narodni dom, attributo agli stessi sloveni, considerata una vera e propria provocazione istituzionale. Dei motivi che hanno portato a questa manifestazione di piazza ne abbiamo parlato con una delle organizzatrici, la storica che i movimenti di destra accusano di riduzionismo e negazionismo, Claudia Cernigoi: “quando una parte politica usa in modo strumentale dei fatti storici travisandoli e speculando sulla memoria dei morti, comunque è una cosa scandalosa, che fa ribrezzo. I discorsi che sono stati fatti in questi giorni, come quello sulla pulizia etnica, anche dal Presidente della Repubblica, sono discorsi che, storicamente, non hanno senso, questa campagna che viene fatta che è essenzialmente finalizzata a creare odio, contro la Resistenza, contro la Jugoslavia, contro l'antifascismo è quella che ha dato la stura alla situazione di ripresa del fascismo a livello nazionale, perché le svastiche che vengono disegnate sui muri delle case degli ebrei sono figlie anche di questa campagna di demonizzazione e criminalizzazione della Resistenza”.
Di certo non mancheranno ulteriori polemiche i prossimi giorni vista la presenza in piazza della bandiera Jugoslava e di quella italiana con la stella rossa, come regolarmente avviene ogni 1 maggio quando gli stessi vessilli vengono sfoggiati durante la manifestazione della Festa dei Lavoratori.
Davide Fifaco