A pochi giorni dalle cerimonie del ritorno di Trieste all’Italia, un’altra ricorrenza viene celebrata dalla città. Nel pomeriggio del tre novembre 1918, il cacciatorpediniere “Audace” attraccò sul Molo San Carlo, proprio di fronte a Piazza Grande (luoghi poi ribattezzati rispettivamente molo Audace e piazza Unità), sancendo il passaggio di Trieste, porto dell’impero austroungarico, all’Italia.
Trieste era stata abbandonata dal governatore austro-ungarico già da due giorni, e il generale Carlo Petitti di Roreto prese possesso della città in nome del re Vittorio Emanuele III fra gli applausi della folla e senza colpo ferire.
Fu un’esplosione di gioia, anche perché l’arrivo dell’Audace coincideva anche la fine della guerra, con il cessate il fuoco entrato in vigore poche ore dopo su tutti i fronti della Grande Guerra, dopo l'armistizio di Villa Giusti, siglato pochi giorni prima a Padova dal comando italiano e da quello austroungarico. Fu la fine di un conflitto che aveva visto l’Italia vacillare, arrivare a un passo dalla disfatta e poi riprendersi, ma che era anche costata più di 650 mila morti fra le truppe italiane e 400 mila fra quelle austriache.
Pochi giorni dopo le navi italiane approdarono anche a Pola, Sebenico, Valona, Cattaro, e Zara, accolte però spesso senza entusiasmo, se non da un’aperta ostilità, verso le truppe italiane.
In vista del tre novembre, giornata che fra l’altro coincide con le celebrazioni dedicate al santo patrono della città, San Giusto, (morto il due novembre, ma festeggiato il tre per la concomitanza con la ricorrenza della giornata dei defunti) anche il comune di Trieste ha programmato, come ogni anno, una serie d’iniziative con il ricordo di tutti i caduti, con i sindaci dei sei comuni della Provincia, (Trieste, Duino-Aurisina, Sgonico, Monrupino, San Dorligo della Valle-Dolina e Muggia) guidati dal primo cittadino di Trieste, Roberto Dipiazza, impegnati in un itinerario lungo i luoghi simbolo della memoria storica.
Alessandro Martegani