Un appello congiunto per la pace in Medio Oriente, siglato dai sindaci di due città simbolo, divise un tempo da un muro, come Gorizia e Nova Gorica. Un documento firmato quindi da Samo Turel e Rodolfo Ziberna, di cui lo stesso sindaco di Gorizia ci spiega lo spirito:
“Noi siamo consapevoli, sia Turel che io, che ovviamente il nostro appello, il nostro documento, rappresenta un granello di sabbia nel deserto, un bicchiere d'acqua nell'oceano. Però essere nel 2025 Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della cultura ci responsabilizza. Va da a sé che cultura, un giurista direbbe punto 1 ante, è cultura della pace, prima ancora che venga declinato in mille altri modi è cultura della pace, senza pace non c'è cultura da ogni punto di vista. Ecco perché il nostro appello è innanzitutto, entrando proprio nel dettaglio, la richiesta della liberazione degli ostaggi, perché non si dialoga mai con degli ostaggi. Liberate gli ostaggi! Poi, cessazione dell'azione di guerra; una tassativa consapevolezza che quel territorio deve essere abitato dagli israeliani e da palestinesi. Un'altra consapevolezza: i palestinesi soffrono quanto stanno soffrendo oggi gli israeliani. Inoltre, altra cosa è Hamas, che è un soggetto terroristico e perciò non dobbiamo confondere, proprio per la reciprocità e la pace, Hamas con la Palestina. Ecco perché Gorizia e Nova Gorica, che per decenni sono stati divise, comunità che si guardavano in cagnesco, che si voltavano le spalle l’una all'altra, un confine che divideva stati, politica, difesa, lingua, economia, eppure proprio qui, come hanno giustamente sottolineato il Presidente della Repubblica Mattarella e l’allora Presidente della Repubblica slovena Pahor, un confine, una testimonianza, in Europa e anche nel mondo di come appunto un confine tragicamente, dolorosamente diviso possa diventare elemento di collaborazione, di unione, di coesione e di pace.”
Ecco in dettaglio l'appello:
DALLA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2025,
NOVA GORICA E GORIZIA
UN APPELLO ALLA PACE IN ISRAELE E IN PALESTINA
Nova Gorica (Slovenia) e Gorizia (Italia), Capitale Europea della Cultura nel 2025, sono una testimonianza di come un confine diviso da tragici eventi nel '900 si sia trasformato da confine divisivo a confine di coesione e collaborazione.
Su questa frontiera si sono consumate politiche nazionaliste che hanno provocato dolore e sofferenze alla popolazione slovena ed a quella italiana. Ciò è stato più volte riconosciuto dai Presidenti delle rispettive Repubbliche e dai Governi nazionali. Ma il confine ha diviso, dopo il Trattato di Pace di Parigi del 1947, anche una città da sempre unica, composita, plurilingue, con le case in uno Stato e gli orti o le stalle dall'altra, sino addirittura un cimitero assegnato per metà all'Italia e l'altra metà alla Jugoslavia.
Eppure qui siamo riusciti a creare le condizioni per una nuova vita, fondata sul rispetto, sul riconoscimento delle sofferenze altrui, sulla collaborazione, sulla consapevolezza che lo dobbiamo a noi quanto alle generazioni future le quali vivono con insofferenza i confini.
Non ci permetteremmo mai di insegnare qualcosa a qualcuno perché ogni storia è diversa dall'altra, ma vorremmo a gran voce gridare a chi oggi, ma anche ieri, combatte in quelle terre che la pace è possibile! Si può e si deve raggiungere!
Essere Capitale Europea della Cultura comporta anche l'onere di rappresentare, laddove possibile, una buona pratica, un buon esempio, e da Nova Gorica e Gorizia vogliamo lanciare un appello alla responsabilità da parte di chiunque a diverso titolo sia responsabile del futuro delle prossime generazioni.
Quella terra ha diritto alla pace come ogni parte del mondo.
Ci appelliamo affinché gli ostaggi, bambini, donne, uomini, anziani, innocenti possano essere immediatamente rilasciati liberi di ritornare ai propri affetti.
Ci appelliamo affinché le azioni di guerra cessino su entrambi i fronti.
Ci appelliamo affinché finalmente possa essere riconosciuto a tutti il diritto di vivere in Israele e Palestina, al di là della loro provenienza.
Ci appelliamo affinché tutte le Nazioni e tutte le persone in grado di farlo possano aiutare Israele e la Palestina a vivere, come abbiamo vissuto sul nostro confine dopo il 1947, con due Stati, due Nazioni, due Popoli che progressivamente siano in grado di guardarsi negli occhi riconoscendo l'altrui sofferenza e crescere finalmente insieme.
La pace non solo si può raggiungere, ma si deve.
IL SINDACO DI GORIZIA IL SINDACO DI NOVA GORICA
Rodolfo Ziberna Samo Turel
Gorizia / Nova Gorica, 6 novembre 2023
Davide Fifaco