Foto:Martegani
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Una violazione dei diritti dell’opposizione e della democrazia, e la dimostrazione che il centro destra teme il dialogo. Così gli esponenti dell’opposizione in Consiglio Comunale a Trieste hanno definito il recente provvedimento, approvato nell’ultima seduta con i voti del centro destra, che introduce di fatto nel regolamento dell’aula un meccanismo simile alla cosiddetta “tagliola” del Parlamento nazionale, e che consente al presidente dell’assemblea di chiudere una discussione e far votare un provvedimento se gli interventi si protraggono, a suo parere, troppo a lungo.
“Questa vicenda – ha detto Giovanni Barbo del Pd – nasce da una delibera apparentemente innocua, un regolamento tecnico, presentata a sorpresa a fine seduta: in realtà è un meccanismo che tradisce la volontà del centro destra di non discutere le delibere, di sottrarsi al confronto con la città. Con questo regolamento – ha aggiunto - il presidente di fronte a “troppi” emendamenti, può decidere di chiudere la discussione e far votare perché c’è una scadenza da rispettare. Mai – ha concluso - il centro sinistra aveva proposto una cosa del genere: ci levano uno dei pochi strumenti a nostra disposizione: la discussione”.
Pd, Adesso Trieste, 5 Stelle e Punto Franco hanno anche denunciato delle irregolarità nel voto, con la delibera votata prima senza l’emendamento contestato, poi messo in votazione ma senza annullare il risultato precedente: “Un pasticcio del presidente – ha aggiunto Barbo - che rischia di rendere illegittima questa delibera”.

Foto: Martegani
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“Quello che è accaduto l’altro giorno in Consiglio Comunale - ha aggiunto Alessandra Richetti dei 5 Stelle - non è solo un episodio di disorganizzazione e di confusione istituzionale, ma il riflesso locale di una tendenza nazionale preoccupante. L’emendamento limita pesantemente il confronto e il dibattito democratico, assegnando al Presidente del Consiglio una facoltà che rasenta la censura, e, come se non bastasse, la gestione pasticciata della votazione, in cui sembra lecito tutto e il contrario di tutto, ha finito per indebolire ulteriormente la credibilità dell’istituzione. Quello che vediamo è un attacco sistematico a due pilastri della democrazia: il diritto alla parola e il diritto al dissenso”.
Anche Giorgio Sclip, di Punto Franco ha parlato di “un clima inquietante” e di “una procedura messa in atto in maniera meschina, travestendo da emendamento tecnico una cosa molto grave, che toglie spazio alla democrazia. Chi governa – ha aggiunto - dovrebbe tenere aperti canali di comunicazione con l’opposizione, per arrivare a degli accordi: questa invece è una sconfitta della politica”.
Le opposizioni stanno anche valutando dei possibili ricorsi: “Sono intimiditi dal confronto, – ha detto Riccardo Laterza di Adesso Trieste- tanto da proporre una cosa del genere e in vista della delibera più importante dell’anno, il bilancio. Il presidente Panteca, fra l’altro, ha prima messo in votazione la delibera senza l’emendamento, poi l’ha fatto votare senza che la votazione precedente fosse mai stata annullata. Abbiamo chiesto copia dei verbali e valutiamo un possibile ricorso al Tar o alla regione, ma è la stessa maggioranza ad essere in imbarazzo per quanto accade: anche due consiglieri della maggioranza non hanno votato, a riprova che neanche loro erano convinti di quanto stava accadendo”.

Alessandro Martegani