Rimane avvolto nel mistero il caso delle bandiere esposte sulle sedi di seggio a Sgonico: come riportato dal quotidiano sloveno di Trieste Primorski Dnevnik, nella giornata d'insediamento dei seggi, un agente della Guardia di Finanza avrebbe chiesto ai presidenti di non esporre la bandiera slovena e quella della regione, presenti accanto a quelle dell'Italia ed Europa, su tre sedi di seggio: due scuole, una attualmente non operativa, e un centro culturale.
La richiesta, che sarebbe stata avanzata in passato anche in altre occasioni, non sarebbe però in realtà basata su alcun documento ufficiale: il comando della Guardia di Finanza ha smentito che sia mai arrivata una circolare o un altro documento che prevedesse il controllo delle bandiere esposte al di fuori dei seggi, o il divieto di esporre la bandiera slovena nelle aree in cui è presente alla comunità linguistica. Non è stato quindi dato alcun ordine in merito agli agenti, e il comando non è a conoscenza di episodi a riguardo. In ogni caso le bandiere erano rimaste al loro posto, e la Guardia di Finanza ha solo compiti di sorveglianza nei seggi.
Rimane il fatto che l'intervento è avvenuto, e di fronte a molti scrutatori e funzionari del seggio, e che la presenza delle bandiere che richiamano le comunità linguistiche locali, quella slovena a Trieste e quella friulana in Friuli, è sancita sia da una legge regionale del 2001, sia dal regolamento del comune di Sgonico.
Sia la Prefettura, sia il Comune di Trieste fra l'altro, investiti della questione, avevano riconosciuto la validità dell'interpretazione della normativa regionale e dello statuto del comune di Sgonico.
Alessandro Martegani