"Segni di impresa", è questo l'accattivante titolo dato alla mostra che da ieri fino al 29 settembre può essere visitata al Civico Museo della civiltà istriana, fiumana, dalmata. Un'esposizione che ripercorre lo sviluppo imprenditoriale di quest'area tra storie più o meno note e arte.
"Abbiamo cercato di mostrare attraverso una sequenza di campionature, soprattutto le pubblicità, l'imprenditorialità della nostra gente", ci ha spiegato Piero Delbello direttore dell'IRCI e curatore dell'esposizione, "ed attraverso l'opera di grandi artisti facciamovedere anche le grande imprese che si declinano nelle diverse località e nei diversi settori che si sono sviluppati in Istria- Quarnero e Dalmazia fra Ottocento e Novecento. Ci sono logicamente l'Arrigoni, l'Ampelea, la Torrigiani a Isola, Umago e Fasana. E poi abbiamo le imprese di liquori soprattutto in Dalmazia, ma non solo, perché non ci sono solamente Drioli, Luxardo o Vlahov ma anche amari tipici dell'Istria, come quello della rovignese Petrali produttrice di quell'amaro Istria che in qualche modo ancora oggi continua. Si tratta veramente del racconto dell'impresa della grande nostra gente, della grande nostra terra".
Una mostra che rientra nel percorso intrapreso ormai da anni dall'Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata.
"Da una parte c'è l'attiva museale visto che orami il museo è diventatoun museo civico e quindi l'IRCI fa parte solo del conservatorio", ci ha detto con orgoglio il presidente Franco Degrassi, "dall'altra l'importanza da dare all'istituto come grande centro di studi che si occupa di tutto ciò che è avvenuto in queste terre non soltanto nel Novecento, ma nei secoli dei secoli ed in tutti i campi dello scibile".
Sicuramente, quindi, avrà fatto piacere a Degrassi l'annuncio dell'assessore alla cultura del Comune di Trieste Giorgio Rossi di un prossimo stanziamento di fondi per il progetto che coinvolgerà l'IRCI per la valorizzazione del materiale raccolto nel famoso magazzino 18, dove si trovano ammassati gli averi di migliaia di esuli istriani-fiumani e dalmati, rappresentando una importante fonte per il lavoro di ricostruzione della cultura materiale ed immateriale degli italiani di queste terre.