Foto: Martegani
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Proprio nell’anno che celebrerà l’ottantesimo Anniversario della Liberazione, la sfortuna si è abbattuta sul monumento agli eroi di Basovizza, il cippo che riporta i nomi di Ferdo Bidovec, Zvonimir Miloš, Franjo Marušič e Alojz Valenčič, condannati a morte nel primo processo di Trieste di fonte al tribunale speciale fascista e fucilati il ​​6 settembre 1930, diventando un simbolo della resistenza antifascista nella comunità slovena.

Foto: Martegani
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Le raffiche di Bora che da giorni spazzano l’altopiano hanno spezzato uno degli alberi che stanno all’interno del recinto del monumento e il tronco è caduto proprio sul cippo, che è stato abbattuto e si è separato in blocchi. L’impatto ha anche sparso attorno le corone poste ogni settembre e nelle altre ricorrenze della memoria di fronte al monumento, oltre a una moltitudine di rami tutt’attorno al recinto.
Ancora non sono state fatte valutazioni precise sull’entità dei danni anche se, guardando i blocchi sul terreno, non sembrano esserci fratture o danni irreparabili: se così fosse basterebbero un po’ di lavoro e una gru per “rimontare” il cippo, mentre se i danni, una volta rimosso il tronco e i rami ed esaminati i blocchi, dovessero essere gravi e strutturali, bisognerebbe ripartire da capo, progettare un nuovo monumento e costruirlo.

Foto: Martegani
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“A settembre, il 7, celebreremo gli 80 anni dall’inaugurazione del monumento – spiega Milan Pahor, presidente del Comitato per la celebrazione degli eroi di Basovizza – quindi abbiamo un po’ di tempo per valutare cosa fare. Al momento non abbiamo ancora una stima precisa dei danni. La prossima settimana riuniremo il Comitato e faremo il punto sulla situazione”.
Il crollo dell’albero è avvenuto proprio nell’ottantesimo Anniversario della Liberazione, e anche dell’inaugurazione del cippo. Di fronte al monumento di Basovizza si riuniscono ogni anno, la prima domenica dopo il 6 settembre, le autorità italiane e slovene per una cerimonia commemorativa, e il monumento ai fucilati sloveni fu uno dei due luoghi, accanto alla Foiba di Basovizza, in cui nel 2020 i presidenti della Repubblica italiano Sergio Mattarella e sloveno Borut Pahor, si raccolsero tenendosi la mano per rendere omaggio alle vittime dei conflitti sul confine orientale, uno dei gesti che hanno sancito definitivamente la volontà dei due paesi ad arrivare a una memoria condivisa, ma che non mancò d’innescare polemiche sia in Slovenia, sia negli ambienti degli esuli istriani in Italia.
A riguardo l’Unione degli Istriani, ha pubblicato su Facebook un post che definisce il cippo “il monumento che gli slavi hanno eretto nel 1945 a Basovizza per onorare i quattro terroristi anti italiani giustiziati nel 1930 per la loro attività eversiva ed omicida finalizzata all'annessione di Trieste, dell'Istria, di Gorizia e di Fiume alla Jugoslavia dei Karadjordević”.
“Il cippo con tanto di stella rossa – continua il post - e coi nomi dei quattro attentatori è stato fatto letteralmente a pezzi! No, non sono stati soliti "fascisti" a commettere tale azione, bensì la natura alla quale, come noto, non si comanda. Comunque sia per chi è scaramantico non si tratta certo di un bel segno, ad anno giubilare appena iniziato...”

Alessandro Martegani

Foto: Martegani
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