Sono passati più di sette anni dal quel 16 agosto del 2016, quando due vetture dello storico tram di Opicina, a causa del mancato rispetto di una precedenza, si scontrarono su uno snodo della linea che unisce Trieste all’altopiano, causando anche il ferimento di otto persone.
Da allore la linea è rimasta ferma, o quasi. Sì perché, in realtà, di lavori sulla storica linea di tram e funicolare ce ne sono stati: tutte le strutture sono state adeguiate alle più recenti normative di sicurezza e anche i collaudi sono stati eseguiti. Qualche passante ha anche potuto ammirare le antiche carrozze percorrere i binari durante le prove, ma la stazione di partenza di piazza Oberdan rimane tristemente vuota, nonostante le proteste dei cittadini e dell’opposizione in consiglio comunale, e anche gli sguardi fra il deluso e il sorpreso di molti turisti che giungono in città pregustando una corsa sullo storico mezzo di trasporto.
Alla base della mancata riattivazione nell’ultimo anno non c’è una questione di fondi, o perlomeno non più, perché lo stesso sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, da anni al centro delle polemiche per la mancata riattivazione della linea, a fronte di opere ben più costose e faraoniche, e di discussa utilità, come la funicolare, all'inizio di luglio, in occasione della riapertura della galleria di Montebello (anche questa avvenuta ben oltre la scadenza prevista, più di un anno nonostante la previsione di poco più di un mese di chiusura), aveva detto che “i lavori sono finiti da mesi".
Qualche segnale di vitalità c’è però: oltre ai collaudi, sono stati avviati anche corsi per i nuovi conducenti, una ventina, e continuano gli adeguamenti come l’installazione di sirene nei tre passaggi al livello della funicolare.
Lo stesso Dipiazza aveva definito "una storia infinita", quella del tram, che sarebbe bloccato nel deposito da ostacoli burocratici e dai ritardi dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali. Rimane però il fatto che sette anni ben difficilmente possono essere giustificati con i soli intoppi burocratici.
Non rimane quindi che sperare nella riattivazione, più volte promessa e poi rinviata, dando luogo, oltre che ad attacchi politici e delusioni dei cittadini, anche a iniziative goliardiche come quella dello scorso anno quando, all’ennesime promessa di ripartenza delusa, opposizione e cittadini avevano organizzato una “non inaugurazione” alla stazione di piazza Oberdan, con tanto di torta e modellino del tram, l’unica vettura che in sette anni ha raggiunto Trieste.
Alessandro Martegani