Con 80 voti favorevoli su 120 è passata ieri nel parlamento di Priština la mozione che approva definitivamente la demarcazione del confine col vicino Montenegro. Il voto di ieri mette così fine ad una lunga odissea, iniziata nel 2012 e segnata da un feroce scontro politico interno.
L'accordo, sottoscritto nell'estate 2015 dai due paesi e presto approvato da Podgorica, è stato infatti bloccato per anni in Kosovo dai partiti di opposizione, secondo i quali l'intesa avrebbe sottratto al paese più di 8.000 ettari di territorio.
Per fermare l'iter di approvazione, il movimento radicale Vetevendosje, è più volte ricorso a mezzi estremi, come l'utilizzo di lacrimogeni e fumogeni all'interno dell'aula parlamentare. Una strategia messa in atto dal partito anche ieri e che ha portato all'espulsione di 13 deputati e l'arresto di sette, ma che non è riuscita a sabotare il voto finale.
In vista delle operazioni di voto il premier Ramush Haradinaj, in passato feroce critico dell'accordo, ha invitato i parlamentari ad approvare l'intesa. "Il voto per questo provvedimento", ha dichiarato Haradinaj "è un voto per il Kosovo e per la libertà di movimento".
L'esplicito riferimento del premier kosovaro è alla richiesta dell'Ue di giungere ad un accordo col Montenegro per inserire il Kosovo nella "lista bianca" di Schengen. Al momento infatti i cittadini kosovari, sono gli ultimi nella regione a dover chiedere un visto d'ingresso per poter viaggiare nei paesi dell'Unione europea.