L'ex sindaco di Capodistria Boris Popovič è riuscito, in poco tempo, a raccogliere le firme necessarie per richiedere l'indizione del referendum. 1086 le sottoscrizioni presentate delle 100 necessarie. Popovič chiede l'abrogazione del decreto recentemente modificato dall'attuale consiglio comunale del piano regolatore particolareggiato per la realizzazione del "Parco centrale di Capodistria". Si tratta di un lotto di terra in via Ferrara, area paludosa e fatiscente che si trova tra la stazione e il centro città, dove secondo i progetti dei 3 proprietari dei terreni, dovrebbe sorgere il complesso residenziale e commerciale Toncity.
Una storia che si trascina avanti da anni, dai tempi dell'amministrazione Popovič che aveva più volte rotto e rialacciato i rapporti con l'uomo d'affari Milan Mandarič uno dei maggiori investitori. Gli stessi proprietari si sono rivolti alla Corte Costituzionale per chiedere un controllo di legittimità costituzionale del decreto, pratica questa ancora aperta, nel frattempo il comune e i proprietari hanno trovato un accordo, il decreto è stato modificato, la zona diventata edificabile.
L'ex sindaco Popovič vuole abrogare il decreto e chiede il referendum, l'attale sindaco Bržan chiede la verifica costituzionale del referendum e nel frattempo firma l'atto che da il via alle procedure per la sua indizione. Entrambi sostengono che le manovre della controparte sono inutili e fuorvianti, anche per il periodo in cui viene organizzato, sotto le feste e in tempo di covid, rimpallandosi la responsabilità per quanto successo. Giovedì inizia la raccolta delle fime per l'indizione del referendum, sarà possibile farlo fino al 7 febbraio. Il referendum viene indetto se vengono raccolte circa 2mila 200 firme, convalidate dall'unità amministrazione, la consultazione passa se si esprime a favore il 20% degli aventi diritto, circa 9mila elettori. (ld)