Un bel lavoro quello di Bozzer che dopo “Trieste, Jugoslavia” torna a raccontare un’altra storia di queste terre. Attraverso la narrazione di piccole vicende ci rende partecipi anche questa volta - e senza farcelo pesare - di un passato complesso, difficile. „E' il racconto di un cinema aperto qui a Buie nel 1950 e che è stato il primo grande luogo d' incontro dell’area, in qualche modo il luogo che ha creato un unione tra tutti quelli che abitavano qui o che vi sono arrivati da altre parti” spiega il regista riferendosi alla Casa di cultura e alla sala di cinema e teatro buiese. La figura del custode Leonardo- Nardin Acquavita e dei suoi collaboratori, Toni Lakota e Aurelio Dussich, ricordati dalle rispettive figlie sono il perno da cui si articolano - alternati da materiale d’ archivio- le altre testimonianze: quella di Franjo Pavliček arrivato dall’ interno per insegnare nella costituenda scuola croata, di Lucia Ugussi che da un giorno all’ altro vede cambiato il suo mondo, di Palmira Brozolo punita perché mescola croato ed italiano e poi tanti altri racconti tra i quali ci sono quelli - a tratti istrionici- di Elvino Jurjević e Pino Degressi. Bozzer ci offre uno spezzato della vita sociale, politica e culturale che interessa chi l’ha vissuta ed è curiosa per le nuove generazioni, anche se lui precisa: “Il cinema di Buie- a mio avviso - è un po’ il cinema di tutto il mondo, perché una sala a Buie come in Italia, in Inghilterra, Stati Uniti o Australia rappresenta il sogno, la magia che ci fa estraniare dalla realtà ed è perciò che volevo fare un film che parlasse del cinema in generale”. Un film che comunque parla di due comunità quella italiana e croata che hanno saputo trarre ricchezza dalla loro diversità. Un impegno - quello di Bozzer- che va lodato pure per la doppia produzione che vede unite l’italiana Videoest e la croata Antitalent con coproduttore la HRT, l’ente radiotelevisivo nazionale croato. La pellicola che è bilingue ha già partecipato ad alcuni concorsi in Croazia e sarà distribuita nei prossimi giorni nelle sale cinematografiche dell’area.
Lionella Pausin Acquavita