Fa gridare allo scandalo il prezzo di 17 euro al litro dell'olio d'oliva novello venduto sfuso negli oleifici dell'Istria. E' un bel balzo rispetto agli 11 - 12 euro dell' altr'anno per cui in molti di chiedono cosa ci sia alla base del sensibile ritocco. L'olio più caro in assoluto nella penisola istriana dovrebbe essere quello del giovane produttore Sandi Chiavalon di Dignano. L'altr'anno per la bottiglia di mezzo litro bisognava sborsare 18,6 euro, quest'anno invece 21,3 euro. Però come egli stesso afferma, il suo olio è ecologico, nel senso che gli olivi non vengono trattati con preparati chimici ma del tutto naturali. Il rincaro in generale viene motivato innanzitutto dall'aumento dal 30 al 50 percento della tariffa per la lavorazione delle olive che quest'anno è in media di 33 centesimi di euro al chilogrammo. E poi rispetto a un anno fa è andato su il costo dell'energia elettrica a uso industriale negli oleifici mentre anche la manodopera costa di più.
Per quel che riguarda il raccolto, in linea di massima dovrebbe essere superiore a quello dell'annata scorsa. Un dato indicativo arriva dall'oleificio di Dignano, il più vecchio in Istria dove un anno fa erano state macinate 600 tonnellate di oliva mentre quest'anno si dovrebbe arrivare a quota mille. A proposito della qualità, la prolungata siccità ha avuto anche i suoi effetti positivi, nel senso che ci sono state meno malattie per cui si attende un olio di qualità eccellente.
Valmer Cusma
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