Gli organizzatori della marcia antiabortista, riunitisi al Taverna di Capodistria, hanno ribadito il loro obiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore di ogni vita umana. "Ogni anno il nostro movimento cresce in tutto il mondo e continuerà a esistere finché l’aborto non diventerà impensabile", hanno dichiarato"vogliamo dare alle persone gli strumenti per difendere con coraggio ogni vita, dal concepimento alla morte naturale, e far arrivare il nostro messaggio a tutti gli sloveni", hanno aggiunto i promotori della manifestazione.
Urša Cankar Soares, coordinatrice della “Marcia per la vita” ci ha spiegato che
“La vita inizia al concepimento, come dimostra la scienza: ogni persona ha un DNA unico fin dal primo istante, con caratteristiche già determinate, come il colore degli occhi, dei capelli e l’altezza. La nascita è solo un momento in cui il bambino viene alla luce, ma questo non significa che valga meno perché è più giovane. Non possiamo dividere le persone tra meno degne, solo perché sono ancora nel grembo materno e non le vediamo, e più degne perché sono già nate – questa è una forma di discriminazione ed è profondamente sbagliata. Siamo qui per dare speranza alle madri, perché abbiamo molte testimonianze di donne che non hanno avuto una vera possibilità di scelta. L’aborto è una decisione definitiva con cui una persona deve convivere per tutta la vita, e spesso porta con sé storie dolorose e tragiche”.


Precedentemente si sono dati invece appuntamento a piazza Tito i sostenitori dei diritti riproduttivi in una marcia organizzata dal circolo di lettura Social-Istriano che hanno scandito slogan a difesa della libertà di scelta.

Filip Čok ha spiegato che la loro contromanifestazione è stata organizzata perché, a loro dire, la “Marcia per la Vita” è un’iniziativa contro le donne, strumentalizzata dal capitale e dalla Chiesa per togliere loro numerosi diritti. Secondo Čok, quella al Taverna è una manifestazione “per la morte dei diritti delle donne”, organizzata “dal capitale e dalle frange patriarcali della Chiesa, che vogliono limitare i diritti delle donne e la possibilità di abortire”.

Čok ha inoltre affermato che il circolo è sceso in piazza per garantire alle donne il diritto di gestire il proprio corpo e la propria vita, nonché per la libertà di tutte le persone. Ha infine sottolineato che si tratta anche di uno scontro di classe, perché “la limitazione dei diritti delle donne colpisce soprattutto le lavoratrici”.

Dionizij Botter