Gli investigatori della sezione di Polizia Criminale di Capodistria hanno presentato un’accusa penale in relazione alla sparatoria avvenuta qualche giorno fa. Secondo le indagini, come ha spiegato l’ispettore Davor Tozan, tre uomini si sono recati a Sirči nella serata di martedì a bordo di un furgone, dove, in accordo con un residente del luogo, hanno ritirato dei rottami di ferro. Dopo aver completato il loro lavoro hanno chiesto ad altri vicini del villaggio se avessero ulteriore materiale metallico, tra i quali anche l’indagato. Secondo quanto riferito dalla raccolta di diverse testimonianze, il sospettato avrebbe risposto negativamente alla domanda dei tre uomini e si sarebbe diretto verso la sua abitazione. Poco dopo gli abitanti del villaggio sentirono gli spari. Il sessantenne avrebbe sparato in direzione del veicolo con un fucile da caccia, ferendo uno degli uomini a bordo che era seduto al posto del passeggero. Immediatamente l’uomo è stato portato all’Ospedale di Isola mentre la polizia è stata informata dell’accaduto, ed è intervenuta arrestando il presunto colpevole con una custodia di 48 ore.
Successivamente è stata effettuata una perquisizione domiciliare con i cani poliziotto, durante la quale sono stati trovati diversi pezzi di armi da fuoco e una grande quantità di proiettili. Ieri, 21 settembre, l’indagato è stato portato davanti al gip per un interrogatorio con denuncia penale, ma è stato subito rilasciato. L’Ufficio del Procuratore distrettuale di Capodistria ha presentato un’accusa penale nei confronti dell’indagato per lesioni e procurato allarme, ma riguardo le armi trovate all’interno della sua abitazione, gli agenti stanno ancora verificando la loro classificazione, che potrebbe modificare ulteriormente l’accusa. Intanto, l’ispettore Tozan ha smentito le voci secondo le quali la sparatoria è stata causata da un tentativo di furto e ha specificato che l’accusa di procurato allarme è punibile con la reclusione fino a cinque anni, mentre il reato di lesioni prevede una pena fino a tre anni.