In Croazia nelle ultime 14 ore 11 nuovi contagi e 3 morti registrati rispettivamente uno a Spalato, Koprivnica e Dubrovnik. Sale così a 83 il numero complessivo delle vittime per Covid 19 e a 2 mila 112 il numero dei contagi. Nella Regione Istriana da venerdì senza più ammalati neanche oggi ci sono casi positivi. Preoccupa però la prossima riapertura di asili e prime quattro classi delle elementari. Mentre negli ospedali e ambulatori, dai parrucchieri ed estetisti ci si sta pian piano abituando alla nuova normalità il paese si sta preparando alla terza fase di rilassamento, forse quella più impegnativa e problematica perché prevede la riapertura di alberghi, ristoranti e bar ma soprattutto quella di asili e scuole ovvero delle prime 4 classi delle elementari. "Quest'ultimo sarà un compito arduo per non dire impossibile" affermano i responsabili delle categorie sindacali ma anche molti direttori e presidi che stanno lavorando a pieno ritmo per garantire un rientro sicuro a bambini e alunni che - lunedì 11 maggio- torneranno a frequentare le istituzioni. Naturalmente quelli che non lo faranno continueranno a seguire le lezioni sulle varie piattaforme digitali. Più che dei rigorosi protocolli da seguire: arrivi scaglionati, classi con massimi 9 allievi, distanze di 2 metri tra i banchi, costante disinfezione dei servizi igienici e del refettorio preoccupa il mantenimento della distanza sociale. "Impedire il contatto fisico tra ragazzini di 7, 8 o 9 anni sarà impossibile per non parlare di quelli più piccoli che frequentano le prescolari " dicono gli educatori non mancando di ricordare i pericoli che arriveranno dagli adulti visto che bidelli, cuoche, insegnanti hanno una vita extra-scolastica. "Cercheremo di fare il nostro meglio per rispettare tutte le misure ma non sarà facile" dicono i responsabili del settore rilevando un altro problema: "Il rientro in asilo o a scuola sarà permesso solo a quei ragazzi che non hanno alternative ed entrambi i genitori lavorano ma tanti altri che magari vorrebbero farlo dovranno restare a casa". Anche questo sarà un problema da risolvere magari con il supporto di psicologi e famiglie.

Lionella Pausin Acquavita

Foto: EPA
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