Il settore-turismo molto importante per la Croazia lo è ancora di più per la Regione istriana. Con la chiusura in questi ultimi venti anni dei grandi impianti produttivi – ultimo il cantiere “Scoglio olivi”- la struttura economica si basa principalmente sull’offerta turistica e tutte quelle attività che la accompagnano. Il perdurare della crisi legata all’epidemia potrebbe mettere in ginocchio proprio l’area più ricca del paese. Anche perciò le autorità hanno istituito - una decina di giorni fa- un’apposita commissione, una specie di “Unità di crisi salva turismo” perché come spiega Denis Ivošević, Direttore dell’Ente turistico della Regione istriana “vogliamo essere pronti e attendere preparati il momento in cui si realizzeranno le condizioni per ripartire”.
Una task force competitiva della quale fanno parte tre ex ministri al turismo che l’Istria ha dato al governo nazionale, attuali funzionari ministeriali e regionali nonché professionisti del settore alberghiero, dei campeggi, della nautica e della ristorazione. “Stiamo seguendo attentamente quello che succede non solo nella nostra regione o in Croazia ma anche quello che sta accendendo nei nostri principali mercati ovvero Slovenia, Italia, Austria e Germania per prevedere in anticipo le decisioni relative alle misure che faranno ripartire le rispettive economie nazionali e probabilmente pure i flussi turistici” spiega Ivošević, rilevando che per la Commissione sono prioritarie le attività di marketing e promozione nonché la stesura dei protocolli e dei codici comportamentali dettati dall’ attuale situazione.
“Assieme agli esperti epidemiologi abbiamo stabilito le misure di condotta per garantire una vacanza sicura al turista, ma anche agli operatori del settore; sappiamo esattamente come si svolgerà il lavoro negli alberghi, nei campeggi, ristoranti musei e cosi via” racconta il direttore della pro-loco regionale e conferma “l’incognita fondamentale sta proprio nella riapertura dei confini, non solo quelli nostri croati, ma pure quella dei paesi che sono importanti per il nostro turismo”. Respinte invece fermamente le critiche che arrivano dall’Italia sui cosiddetti corridoi turistici. “E’ un’idea valida per tutti gli stati dell’Unione europea, ma dipende fondamentalmente dal momento quando un paese è pronto ad aprirsi turisticamente, ad accettare i turisti; noi abbiamo iniziato, forse siamo i primi ma ciò non significa che saremmo gli unici e dopo la Croazia e l’Istria si apriranno pure gli altri e tutti potranno usufruire di questo modello che è solo uno tra tanti” afferma Denis Ivošević.
Per quanto riguarda invece il recente incontro tra i ministri all’economia sloveno, Počivalšek e al turismo croato, Cappelli, concordi sulla necessità di trovare una soluzione che favorisca almeno i 100 mila sloveni che hanno proprietà e seconde case in Croazia il nostro interlocutore dice: “ Non dispongo di particolari informazioni in merito ma devo dire che entrambi i paesi hanno dimostrato grandi capacità nell’ arginare la diffusione del Coronavirus; i numeri dei contagi e delle vittime – anche se solo un morto è già troppo- sono ridotti se confrontati con quelli di altri paesi perciò spero, anzi sono sicuro, che Lubiana e Zagabria troveranno in tempi brevi un accordo per agevolare la circolazione di merci, persone, servizi e quant’ altro”.
“Il nostro obiettivo è di salvare in parte la stagione e registrare tra luglio, agosto e settembre almeno il 50 per cento di quanto realizzato nello stesso periodo dell’anno scorso; già questo sarebbe un traguardo positivo, ma sia noi in Istria, sia in Croazia sia negli altri paesi dobbiamo stare molto attenti ad evitare il diffondersi della malattia perché una seconda ondata dell’ epidemia sarebbe deleteria per l’ economia di tutta l’ Unione europea” conclude Denis Ivošević.
Lionella Pausin Acquavita