La prolungata siccità sta già imponendo misure volte alla riduzione del consumo dell'acqua, che nei prossimi giorni potrebbero diventare ancora più stringenti, con l'interruzione della fornitura di acqua potabile in alcune fasce orarie e la proclamazione dello stato di calamità naturale. La situazione nell'Istria slovena è molto critica ha detto il ministro dell'ambiente Brežan dopo l'incontro con le autorità locali del capodistriano, erano presenti tra gli altri i sindaci dei comuni costieri e i deputati istriani, presente anche il deputato al seggio specifico Felice Žiža. Vanno individuate al più presto soluzioni a breve, medio e lungo termine per risolvere l'oramai annosa questione della fornitura di acqua nella regione costiera, particolarmente colpita nei mesi estivi, ha detto il ministro che ha garantito il pieno sostegno del Governo. Il piano degli interventi al vaglio del coordinamento dei sindaci sarà al più presto all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri ha assicurato ancora Brežan. Ricorderemo che sono oramai decenni che si parla di una fonte idrica alternativa per la fascia costiera, da aggiungersi a quella fornita dai fiumi Risano e Dragogna e dal bacino di Gradole, sul piatto la proposta di creazione di un bacino artificiale tra i fiumi Suhorica e Padež, già contemplata nel piano regolatore nazionale ma contrastata dall'iniziativa civica "Salviamo i Brkini" che teme ripercussioni negative per il territorio.
Tra le misure immediate ha detto Brežan anche l'allacciamente alla rete idrica degli acquedotti del Carso, Postumia e Pivka (San Pietro del Carso) e ha rivolto un appello ad un uso quanto più razionale dell'acqua. Non solo agli utenti ma anche alle grandi aziende, come il Porto, oppure ha ricordato il sindaco di Capodistria Aleš Bržan alle compagnie di navigazione che sono già state invitate di fornirsi di acqua potabile in altri porti. Vogliamo evitare di arrivare all'interruzione del servizio idrico per le utenze domestiche, ha detto il direttore dell'Acquedotto del Risano Martin Pregelj, che ha parlato di una vera e propria emergenza idrica. Interrompere le forniture per alcune ore al giorno significherebbe costringere le persone a cambiare le proprie abitudini, a non bere più direttamente l'acqua dal rubinetto, dover bollirla per evitare il rischio di una possibile contaminazione, ha detto Pregelj che ha aggiunto, vogliamo evitare una crisi sanitaria per un attimo di distrazione. (ld)