Foto: Radio Capodistria
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Presentata da Georgi Bangiev, rappresentante del Comune di Capodistria, l’iniziativa punta a collegare le reti idriche della regione e a ridurre le perdite nelle infrastrutture di distribuzione. L’investimento complessivo ammonta a 17 milioni di euro per la sola area dell’Istria slovena. I finanziamenti provengono in larga parte dai fondi di coesione dell’Unione europea, con una quota del 25% coperta dai bilanci dei 12 comuni partecipanti. Come ha spiegato Bangiev, il completamento dei lavori è previsto entro il 2029. Durante il dibattito sono, tuttavia, emersi numerosi dubbi. L’ex sindaco Danilo Markočič ha sottolineato la mancanza di una fonte idrica autonoma nell’Istria slovena, osservando che l’attuale piano prevede che l’acqua arrivi da altrove, con conseguenti necessità di depurazione che implica costi aggiuntivi. In risposta, Bangiev ha chiarito che i costi di depurazione, processo gestito dall’acquedotto del Risano, saranno contenuti, svelando come lo Stato consideri le attuali risorse idriche sufficienti, purché siano gestite tramite opportune misure di accumulo durante i periodi piovosi. A tal fine, sarebbero già stati avviati colloqui con le autorità competenti. La consigliera Romina Kralj, dei social-democratici, ha evidenziato come l’approvvigionamento idrico dovrebbe rientrare tra le priorità statali, permettendo di destinare i fondi ad altri scopi, come l’individuazione di fonti idriche nell’area costiera. “Sono assolutamente d’accordo che il collegamento tra gli acquedotti si faccia, però mi sento di dire che questa è una funzione dello stato. Usare i fondi di coesione per fare l’infrastruttura di base statale per l’approvvigionamento è forse un rischio che uno stato non dovrebbe mai prendere. Va bene collegare l’acqua da una fonte universale ai consumatori, ma il sistema centrale dovrebbe essere pagato, organizzato, dallo stato”. In risposta, Bangiev ha spiegato che, date le tempistiche stringenti, risolvere il problema delle infrastrutture di accumulo entro il 2029 non sarebbe realistico, e il mancato utilizzo dei fondi europei comporterebbe il rischio di perderli.
M.N.