“Il Grand Casinò è un simbolo per Portorose”, ha detto il sindaco Andrej Korenika, che nonostante comprenda le ragioni del trasferimento, ha espresso alcune perplessità sulla decisione della Casa da gioco di lasciare la sua sede storica per un luogo meno rappresentativo. Il Casinò, da quello che è emerso dalla riunione odierna, avrebbe agito autonomamente, coinvolgendo l’amministrazione locale a giochi quasi fatti.
Un’operazione caratterizzata da molte zone d’ombra; che secondo alcuni dei consiglieri, mancherebbe di strategia. Una scelta necessaria, a dire del rappresentante del Casinò, che ha difeso il procedimento in corso, che prevede l’uscita dall’attuale struttura e il trasferimento nell’edificio davanti al hotel Kempinski che attualmente accoglie un mercatino coperto. Uno stabile, quello in centro a Portorose, che alcuni consiglieri pensano non rappresenti la migliore opzione per una istituzione dalla tradizione così importante. Tante, infatti, le criticità. In primis la mancanza di posti macchina nell'area che dovrebbe accogliere la casa da gioco, che a quanto pare starebbe pensando ad un servizio di navette per accompagnare i clienti dai parcheggi al locale.
A questo punto, però, l’unica cosa che l’amministrazione comunale potrebbe fare è non concedere, nel caso venisse richiesto, il permesso di costruzione oppure di cambio di allocazione della futura sede del Grand Casinò, ma dai primi accertamenti sembra che la casa da gioco possa tranquillamente adattarsi agli attuali locali e quindi non necessiterebbe di muovere richieste di questo tipo.
Una discussione inutile, quindi, anche perché, dopo il parere positivo dato dal consiglio della comunità locale di Portorose l’ultima parola spetta solo al ministero delle Finanze. Secondo il sindaco, però, l’odierno dibattito potrebbe stimolare nuove riflessioni sul futuro del Casinò, un’istituzione alla quale Portorose deve molto.
Barbara Costamagna