Si può liberamente parlare di catastrofe ecologica l' inquinamento di alcuni chilometri di costa tra Punta Santo Stefano a Sissano e la Baia di Cuie a Lisignano nel sud dell'Istria, inondata da una chiazza oleosa scura, presumibilmente mazout. La risposta esatta la darà tra alcuni giorni il laboratorio del Centro di ricerche marine di Rovigno. L'allarme era stato dato dai pescatori domenica scorsa però le operazioni di bonifica, coordinate dalla Capitaneria di Porto di Pola sono iniziate 24 ore dopo causa le avverse condizioni meteo e del mare. Sono all'opera una decina di dipendenti dell'azienda specializzata in incidenti ecologici marini Dezinsekcija di Fiume. Hanno già collocato una barriera galleggiante di oltre 600 metri per impedire l' espansione della chiazza in altre direzioni. E poi è iniziato il recupero della chiazza con il battello spazzamare. Come durata delle operazioni si parla di circa 4 mesi, più o meno quanto c'era voluto nel 2018 fa quando chilometri di costa del Canal d'Arsa erano stati invasi dal mazout fuoriuscito durante le operazioni di rifornimento di un mercantile. Sull'origine dell'inquinamento oltre alla Capitaneria di Porto e alla Polizia sta indagando pure la Procura di Stato. Viene dato per certo che la chiazza oleosa sia arrivata dal mare aperto spinta dal vento e dalle correnti.

Valmer Cusma

Foto: MMC RTV SLO/Foto: Voce.hr
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