“Finalmente sono prevalsi buon senso e ragione“, così il presidente della Dieta Democratica istriana Dalibor Paus alle notizie che arrivano da Lubiana, pronta a rimuovere filo spinato, panelli e altre barriere nella fascia di confine. “Questa è l’unica decisione giusta perché l’Istria nel suo insieme - sia slovena sia croata- è una regione aperta, abitata da persone pacifiche e unite da una serie di legami indissolubili” ha detto il leader dietino convinto che la notizia allieterà tutta la popolazione della penisola dove - ha detto- la convivenza è uno stile di vita.
Da rilevare che, in un lungo articolo sull’argomento l’agenzia informativa slovena STA, già ieri ricordava che la rimozione delle barriere è una delle priorità dell’esecutivo Golob e citando fonti del ministero degli interni riportava che “il piano operativo è in fase di stesura e dovrebbe essere completato entro la fine di giugno mentre entro la fine dell’anno dovrebbero venir rimossi tutti gli ostacoli tecnici”.
Si tratta di oltre 135 chilometri di panelli in ferro e legno e di una sessantina di chilometri di filo spinato eretti a partire dal 2015 quando era iniziata la grande crisi migratoria lungo la rotta Balcanica. Più di 23 i milioni di euro spesi per l’ operazione avviata dall’allora premier sloveno Miro Cerar, con altri 4 andati per la manutenzione delle cosiddette strutture anti-migrante.
E se per la loro posa è stato necessario bandire un concorso pubblico lo si dovrà ripetere anche per la loro rimozione. Da segnalare inoltre che già nel corso della sua audizione in Parlamento il ministro degli interni Tatjana Bobnar aveva dichiarato che “l’abbattimento è un atto di civiltà e bisogna fare di tutto per evitare vittime lungo il confine meridionale che sarà controllato con altri sistemi di sicurezza”.
(lpa)