Renato Brajko e Domenico Bartole di Strugnano sono considerati le prime vittime della violenza fascista in Europa. Mentre stavano giocando quel 19 marzo del 1921 furono raggiunti da alcuni proiettili sparati da fascisti dal treno in corsa. Altri cinque ragazzini rimasero feriti di cui i due più gravi rimasero invalidi. Il tragico episodio viene ricordato ogni anno a livello locale, ma nel centenario ha voluto esserci anche il Capo dello stato. Di fronte al cippo che riporta i nomi delle vittime, Borut Pahor ha parlato di "violenza gratuita rimasta impunita" che non bisogna dimenticare. "Siano questi fatti terribili lezioni per il presente e il futuro" ha detto Pahor, ricordando che con questa volontà "sono stati compiuti ultimamente passi importanti tra italiani e sloveni - da una parte e dall'altra del confine - intesi a rafforzare il reciproco rispetto, la collaborazione e la pace duratura nello spirito europeo". Il riferimento è stato qui in particolare all'omaggio congiunto di Pahor e del presidente italiano Mattarella a Basovizza.
Nel corso della cerimonia - condotta in forma bilingue da un alunno della scuola slovena e da uno dell'elementare italiana - il sindaco di Pirano, Zadković ha fatto eco al discorso del Capo dello stato affermando: "Lavoriamo perchè non possano rinascere mai più sentimenti negativi di supremazia, odio e arroganza. L'unico modo per mantenere una pace duratura - ha concluso - è il dialogo". (a.c.)
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