"Tanto tempo fa i granelli di sabbia danzavano con il vento, avvisando i marinai che navigavano verso la colonia di Aegida della presenza della penisola di Pirano".
Ha il tono della fiaba il racconto che si dipana nelle 14 pagine del "Tappeto di pietra di Pirano", esile ma accattivante libriccino dedicato alla pietra arenaria "dal granulo alla pavimentazione". Lo cura per l'Ente per il turismo di Portorose - che lo ha pubblicato in sloveno, italiano, inglese e tedesco - l'Istituto per il paesaggio, la cultura e l'arte ABAKKUM, ad opera di Romana Kačič, Mojca Fabbro, Josephine Mair e Noemi Zonta, autrice, quest'ultima, delle fantasiose, belle illustrazioni. Una piccola guida alla scoperta di uno degli elementi tipici dei nostri centri storici, dove l'arenaria locale, dalla colorazione che varia dal grigio all'ocra, fin dai tempi antichi ha trovato vasto impiego. Moli e banchine, case e palazzi e campanili, i lunghi tratti delle vecchie mura merlate di Pirano, la pavimentazione di vie e piazze ci parlano di una tradizione secolare, che oggi deve essere tutelata e preservata. Un viaggio tra geologia, storia e natura, dalle falesie di flysch disegnate dal vento e dall'acqua che segnano suggestivamente, quasi come una collana di perle, la linea di costa di questo lembo d'Istria (imponente su tutte la falesia di Strugnano, la più alta dell'Adriatico), fino alle tecniche di messa in opera di nuovi lastricati e selciati. Pietre testimoni del tempo, del lavoro dell'uomo, del suo rapporto con l'ambiente, compagne silenziose dei nostri passi che questo libriccino invita a considerare con occhio meno distratto. Unica cosa, peccato per la traduzione italiana, non proprio impeccabile. A partire dal titolo, dove è stato dimenticato - si direbbe - l'articolo "il".
La presentazione è in programma a Pirano oggi alle 19 sul sagrato della chiesa di san Francesco. L'incontro è promosso dalla Biblioteca civica, la Can e la Comunità degli italiani piranese.