Ormai non fa quasi più notizia il mancato rispetto del bilinguismo a Pola, città che ospita una delle due maggiori Comunità degli Italiani sul territorio istroquarnerino. Tutto croato il manifesto che annunciava lo spettacolo per l'8 marzo alla Comunità degli Italiani. Spettacolo promosso dall'Associazione delle donne della città, il cui nome è unicamente in croato.
Questo è solo l'ultimo esempio sull'ormai lunghissima lista dei casi in cui la lingua italiana viene ignorata il che sta facendo aumentare il malumore degli italiani in città. Sotto la Jugoslavia - dice qualcuno - negli anni '70 e '80 c'era maggior rispetto e oggidì che siamo nell'Unione europea il potere cittadino ha una considerazione sempre minore nei nostri confronti. Il problema viene ripreso sulle reti sociali dove non mancano critiche all'indirizzo della dirigenza della Comunità degli Italiani accusata di essere totalmente passiva da questo aspetto. C’è anche chi invoca elezioni anticipate rispetto alla naturale scadenza della legislatura nel 2020.
Intanto si attendono con ansia i primi risultati sul lato pratico della sinergia pro bilinguismo tra il Consiglio della minoranza italiana autoctona della Regione istriana e l'Unione Italiana. Tra quest'ultima e la dirigenza della Comunità di Pola da tempo non scorre buon sangue, il che è risaputo, per cui appare improbabile che affrontino insieme il problema del bilinguismo ignorato e calpestato.
A farne le spese sono i semplici connazionali che nonostante tutto rimangono aggrappati alla loro identità, e a pagare è anche la dignità della città che dopo secoli, millenni di luce rigogliosa si vede affievolire la fiamma dell’italianità.
Valmer Cusma