In questi primi tre mesi la penisola sta registrando addirittura un 16 per cento di ospiti in più rispetto allo stesso periodo del 2019 che è stato l'anno dei record per il settore turistico. "Nella pianificazione del 2022 avevamo ipotizzato di arrivare al 95 per cento di quanto realizzato nel periodo prepandemia, ma queste previsioni vengono ora rimesse in discussione dall'aggressione russa all'Ucraina" afferma Denis Ivošević, Direttore dell'Ente per il Turismo della Regione Istriana, secondo il quale molto dipenderà dall'intensità e durata del conflitto come pure dagli effetti collaterali della guerra: crisi dei profughi, inflazione, aumento dei prezzi di benzina ed energia in generale, possibile carenza di cibo. "Troppe le incognite per azzardare previsioni per l'alta stagione" dice ancora Ivošević che va cauto pure sul record registrato da gennaio in qua. "Le cifre sono ottime, il risultato supera addirittura quello del periodo pre Covid, ma si tratta comunque di numeri inferiori che non garantiscono il successo nell'alta stagione perché al momento contiamo dai 7 agli 8 mila turisti mentre in estate ce ne sono 300 mila" sostiene ancora il responsabile del turismo regionale che naturalmente si dichiara soddisfatto dei risultati del primo trimestre. "E' l'effetto cumulativo dell'impegno che il settore ha profuso negli ultimi dieci anni, e l'Istria è un'area che attira anche nel periodo invernale" sostiene Ivošević riferendosi ai numerosi gruppi sportivi che scelgono come destinazione la costa istriana e pure al turismo del fine settimana che punta sull'enogastronomia e la conoscenza del territorio. Il primo vero test saranno le vacanze pasquali quando solo a Rovigno - che sta riaprendo tutti gli aberghi - sono attesi oltre 6 mila turisti provenienti per lo più da Slovenia, Italia e Austria.
Lionella Pausin Acquavita