“Nessuna giustificazione al panico i rifornimenti vengono eseguiti regolarmente e non c’è pericolo di esaurire le scorte” ripetono le autorità croate anche se – tra la popolazione- desta preoccupazione l’allarme lanciato dall’associazione degli autotrasportatori. “Il 60 per cento di noi è in isolamento o quarantena e questo potrebbe paralizzare la mobilità delle merci, in primo luogo generi alimentari” dicono i responsabili della Camera di commercio nazionale.
Per il momento i negozi sono ben forniti ma il timore è grande, specie nei comuni più piccoli con rivendite minori, dove si è abituati a far la spesa nelle vicine località maggiori che, con il blocco agli spostamenti, sono ormai irraggiungibili.
Stamattina a Buie, tra le persone in fila disciplinata e a distanza di sicurezza che attendevano di entrare al Konzum abbiamo registrato una certa inquietudine. All’interno una decina di acquirenti, fuori un’altra decina; si accede quando una esce. Nel punto vendita di media grandezza, di quelli tipici degli anni ’70, gli scaffali sono pieni. Da un altoparlante gli acquirenti vengono invitati a non eccedere con le compere perché la merce arriva costantemente, di fare in fretta e di pensare agli altri. Consiglio recepito ma che mette ansia.
“Speriamo che sia così” mi dice una conoscente e aggiunge “questo negozio è frequentato solitamente da pensionati, da chi lavora a Buie ma la spesa più grande la facciamo nei supermercati di Umago o in quelli delle vicine Slovenia e Italia”.
Un’osservazione sensata quella della signora perché se Portorose, Capodistria e Trieste sono irraggiungibili ormai da giorni da oggi è vietato recarsi anche a Umago, Cittanova o Parenzo; le scorte a casa stanno finendo, i frontalieri che facevo acquisti nei luoghi di lavoro non lo fanno più e dunque riusciranno i negozi locali a far fronte a queste nuove necessità? Le autorità a tutti i livelli dicono di sì ma il timore rimane grande.
“C’è poi la questione dei prezzi, molto più alti nei negozi più piccoli” aggiunge un’altra signora che – sempre a distanza e impegnata nel scegliere frutta osserva “qua, 250 grammi di caffè per moka vanno dalle 35 alle 60 kune (dai 5 agli 8 euro circa) mentre nei centri commerciali maggiori costa di meno e non voglio neanche parlare, perché questo non è il momento, della limitazione nella scelta dei prodotti “.
“Ce la possiamo fare solo osservando rigorosamente le misure introdotte” ribatte un altro signore che ringrazia commessi, cassiere e tutti i dipendenti che nonostante il pericolo aprono il negozio ogni mattina.
Ha ragione perché in situazioni e condizioni mai viste e provate non ci si deve lamentare. Si prende quello che viene offerto ma constatare che il divieto della circolazione da comune a comune colpisce in primo luogo le realtà più piccole, quelle più povere non è un’eresia.
“Stamattina per venire a Buie in farmacia mi hanno dato una certificazione” racconta al telefono Bruno che vive nel comune di Portole. “Ho approfittato per lasciare a mia sorella - da sola ed è pensionata - un sacco di patate e un po’ di asparagi” e aggiunge: “paura del coronavirus sì, ma noi qua in provincia non moriremo certamente di fame”.
Lionella Pausin Acquavita