"Quella del 30 marzo è per noi istriani una data importante che va ricordata non come finestra sul passato ma come prospettiva di futuro" così la presidente dell'Assemblea regionale Sandra Čakić Kuhar che ha ricordato le peripezie legate al documento accolto nel 1994 e subito osteggiato dalle allora autorità di Zagabria e inviato al vaglio della Corte costituzionale che un anno dopo abrogò 18 dei 36 articoli contestati. "Articoli che riguardavano principalmente l'introduzione del bilinguismo e la pariteticità e ufficialità della lingua italiana che siamo riusciti a reinserire nel documento nel 2001" ha ricordato il governatore Boris Miletić e ha aggiunto che "l'Istria non ha accettato compromessi e ha lottato fino all'accettazione di concetti e valori che non sono espressioni politiche, ma fanno parte dell'identità della penisola. "Pace, cooperazione e libertà non hanno alternative" ha detto Miletić che nel suo intervento si è soffermato sulla piaga dell' abuso edilizio che sta devastando la penisola con il benestare di uno stato incapace di intervenire ma anche di cedere alla regione competenze in materia. Un accenno pure alla guerra in Ucraina e un invito ai sindaci e alle forze politiche della Regione a solidarizzare con gli oltre mille 300 profughi che soggiornano in Istria e ai quali va garantito sostengo e aiuto. Tra gli altri interventi da segnalare quello del primo cittadino di Parenzo, Loris Peršurić che in rappresentanza dei sindaci istriani si è dichiarato orgoglioso dello Statuto regionale. Lui - che nel 94 aveva solo 14 anni- ha rilevato l'importanza di aver tramandato alle giovani generazioni lo spirito del documento. Spirito che si riscontra nel lavoro quotidiano di tutti coloro che seguitano ad impegnarsi affinché l'Istria continui ad essere una regione bella, sicura e soprattutto particolare.
Lionella Pausin Acquavita