Si attende la fine delle festività, e poi la corsa al Quirinale diverrà assolutamente concreta. A febbraio infatti scade il mandato di Sergio Mattarella, e il Parlamento a Camere riunite con l’aggiunta di 58 delegati regionali, in tutto 1009 grandi elettori, sarà chiamato a eleggere il successore del Capo dello Stato.
Si tratta di una procedura complessa: per eleggere il nuovo Presidente nei primi tre scrutini serve la maggioranza dei due terzi dei componenti dell’assemblea; a partire dal quarto scrutinio si passa alla maggioranza semplice. Fino ad oggi gli unici a passare con la maggioranza dei due terzi sono stati Francesco Cossiga nel 1985 e Carlo Azeglio Ciampi nel 1999. Il meccanismo richiede dunque trattative e alleanze fra le forze politiche, già avviate da settimane.
Il nome più citato è quello di Mario Draghi: lo stesso premier ha manifestato la propria disponibilità, ma non mancano le incognite. Draghi dovrebbe essere sicuro di passare subito, altrimenti si troverebbe nella spiacevole evidenza di non essere stato votato dalla totalità della sua ampia maggioranza. Ci sono poi i timori di molti partiti sul rischio che, senza la guida di Draghi, il governo perda la direzione, la maggioranza si sfaldi e si finisca alle elezioni anticipate, un’eventualità che, anche alla luce della riduzione di un terzo del numero dei parlamentari, sembra non piacere e a nessuno, se non al Fratelli d’Italia, unico partito d’opposizione e in costante ascesa nei sondaggi.
L’alternativa del centro destra sarebbe Silvio Berlusconi: il Cavaliere sta lavorando da tempo alla sua candidatura, che dovrebbe venir ufficializzata nelle prossime settimane. Berlusconi avrebbe l’appoggio del centro destra e forse anche di Matteo Renzi, ma al momento non sarebbe sufficiente per rappresentare un’alternativa a Mario Draghi, anche perché 5 Stelle, tutt’ora il partito di maggioranza relativa in parlamento, e PD hanno già fatto sapere di considerare la candidatura di Berlusconi “irricevibile”, soprattutto a causa dei suoi trascorsi giudiziari. Berlusconi sembra crederci, ma attualmente le sue chances non sembrano essere concrete.
Si cercano quindi delle alternative credibili, magari da eleggere senza maggioranza qualificata, e in questo caso le alternative sono molte: Giuseppe Conte, leader dei 5 Stelle che hanno 234 grandi elettori su 1009, starebbe lavorando per proporre la candidatura di una donna, che sarebbe la prima a diventare Capo dello Stato dando un segnale della volontà d’innovazione delle istituzioni e della politica in Italia. Fra i nomi ci sono quello della ex ministra della giustizia Paola Severino, ma anche dell’attuale ministra, Marta Cartabia, così come della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Se anche questa ipotesi dovesse saltare, allora la lista di nomi diventerebbe molto lunga e sempre più ipotetica, visto che, come ha detto il senatore della Lega e navigatore di lungo corso del Parlamento, Roberto Calderoli, chi fa nomi prima del 10 gennaio "è un pazzo". In ogni caso fra i più gettonati ci sono Gianni Letta, Marcello Pera, Luciano Violante, Pierferdinando Casini, Giuliano Amato, ma anche il Presidente dell’Europarlamento David Sassoli.
I giochi però si faranno in aula, ma sull’elezione del nuovo Presidente peserà anche la pandemia: il Parlamento potrebbe trovarsi a votare proprio nel pieno della diffusione di Omicron, e una fetta dell’assemblea potrebbe essere costretta a casa perché in quarantena rendendo ancor più complesso trovare delle maggioranze qualificate.
Alessandro Martegani