Chi fa parte della Comunità Nazionale Italiana non può non conoscere il nome di Giacomo Scotti, uno degli intellettuali più rappresentativi della minoranza che si è fatto strada anche al di fuori degli stretti circoli del gruppo nazionale. Una figura, quella, di Scotti che viene celebrata ne “La via di Emilio”, l’ultimo romanzo di Valerio Di Donato, giornalista da sempre impegnato nel raccontare i Balcani e la questione istriana.
Di Donato, quindi, non si poteva esimere da narrare questa storia che diverge dalla narrativa corrente sull’esodo, visto che Emilio, il protagonista del romanzo dietro il quale si cela Giacomo Scotti, subito dopo la guerra fa una scelta bizzarra, lasciando giovanissimo Napoli per recarsi in Jugoslavia, dove non senza difficoltà costruisce la sua fortuna, diventando una delle voci più significative degli italiani “rimasti”.
Un racconto a ritroso fatto da un ultranovantenne che riflette sulla sua vita, ma anche sulle persone che ha incontrato e sugli eventi che ha vissuto. E lo fa senza rimpianti e senza negare le tante difficoltà e delusioni che hanno caratterizzato il suo percorso, per mitigare le quali gli è stata di conforto la poesia, che nel tempo è diventata per lui rifugio e spazio di libertà.
Una storia vera, che meritava di essere romanzata perché di Giacomo Scotti si può pensare tutto e il contrario di tutto, ma sicuramente non si può dire che non abbia vissuto a pieno i suoi primi novanta anni.
Barbara Costamagna