Foto: Radio Capodistria
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Il tenente colonnello Gianfranco Paglia, capitano del gruppo sportivo paralimpico della Difesa, ha spiegato che le parole espresse da Roberto Vannacci nel libro scritto ed autoprodotto dal generale non sono il pensiero della Difesa, che anzi distano anni luce e ed per questo motivo che lo stesso Vannacci è stato sospeso per 11 mesi, perché i suoi discorsi sono stati divisivi per tutti.

Paglia aggiunge: "A noi non interessa ciò che i nostri soldati fanno in camera da letto, o che colore di pelle hanno. Ciò che conta è servire il Paese nel miglior modo possibile, onorare il giuramento alla Repubblica". "Penso che lui si sia proprio perso, e questo è triste", ha affermato ancora il consigliere di Crosetto.

"Pure io ho fatto il politico, però quando il presidente Fini mi chiese di intraprendere la campagna elettorale con loro, per prima cosa chiamai il mio capo di Stato maggiore, poi lo dissi a mia moglie. Sono un soldato, così ci si comporta" precisa il tenente colonnello, che spiega ancora: "Vannacci è stato "sospeso perché ha scritto un libro e non era autorizzato, con argomenti divisivi, di tutto rispetto per le sue idee ma non per le nostre. In 31 anni non ho mai visto una sospensione del genere".

Se Vannacci venisse eletto al Parlamento europeo, "per noi sarebbe una buona cosa. Non credo lui meriti di tornare a indossare l'uniforme. Ma lo ha detto anche Vannacci. Ora si sta facendo fare i conti per vedere se andare in pensione oppure no. Tutto legittimo, semplicemente noi che indossiamo uniforme dobbiamo prendere le distanze" conclude Paglia.

Vannacci affida la propria risposta ai social, dove scrive: "Parlando in uniforme Paglia esprimeva un suo parere personale o quello dell'istituzione a cui appartiene? Perché io, per aver scritto un libro a titolo personale nel mio tempo libero, sono stato accusato e sospeso anche per aver suscitato l'associazione tra l'autore e le idee dallo stesso espresse all'Istituzione di appartenenza".

Davide Fifaco