La manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil in piazza Santi Apostoli a Roma ha aperto "la settimana di mobilitazione per il lavoro", voluta dai sindacati dopo le gravi crisi industriali che hanno percorso il paese negli ultimi mesi. Dopo la manifestazione di oggi altre due iniziative sindacali sono in programma giovedì 12 e martedì’ 17, la prima dedicata al rinnovo dei contratti pubblici e privati la seconda alle pensioni e al fisco.
Oggi primo piano è stata posta soprattutto la vicenda dell’Ilva, una trattativa che sembra non vedere per ora una via d’uscita dopo l’annuncio di ArcelorMittal prima di voler lasciare la gestione degli impianti in Italia, a partire da quello di Taranto, e poi di migliaia di esuberi, ma anche l’Alitalia, e più in generale lo sblocco di cantieri e infrastrutture e lo sviluppo del Mezzogiorno.
Migliaia di lavoratori, soprattutto da Taranto dove c’è il maggior impianto dell’Ilva, sono giunti a Roma dove hanno parlato i segretari dei tre sindacati, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Landini ha sottolineato come l’Italia abbia bisogno di una streagia industriale seria, un cambiamento di sistema che pianifichi il futuro del paese.
"Servono fatti concreti - ha detto -, il lavoro deve tornare ad essere centrale, non è una merce che si può comprare e vendere”.
“Il mondo del lavoro unito chiede il cambiamento del Paese: si mettano in testa che non si cambia senza e contro i lavoratori. “Noi non abbiamo paura, non ci rassegniamo e andiamo avanti finché non otteniamo risultati. Uniti ce la possiamo fare”.
“Se si vuol difendere i settori strategici – ha aggiunto – è necessario l'investimento pubblico che non sostituisce quello privato”.
Riguardo l’Ilva, lo stesso Landini ha ricordato come nel piano industriale approvato a suo tempo dalla maggioranza dei lavoratori non siano previsti esuberi: “Quello – ha aggiunto - per noi è il piano valido, se lo mettano in testa ArcelorMittal e il governo”.
Proprio oggi i metalmeccanici dell'ex Ilva hanno proclamato uno sciopero di 24 ore contro l’ipotesi di piano industriale della multinazionale, che ha chiesto 4.700 esuberi entro il 2023.
Alessandro Martegani