I genitori di Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta in Iran, hanno chiesto il silenzio stampa, per evitare di complicare eventuali trattative e l'intera evoluzione della vicenda. "La fase a cui siamo arrivati - si legge nel messaggio - è molto delicata e la sensazione è che il grande dibattito mediatico su ciò che si può o si dovrebbe fare rischi di allungare i tempi e di rendere più complicata e lontana una soluzione. Per questo abbiamo deciso di astenerci da commenti e dichiarazioni e ci appelliamo agli organi di informazione chiedendo il silenzio stampa. Saremo grati per il senso di responsabilità che ognuno vorrà mostrare nell'evitare di divulgare notizie sensibili e delicate".
Intanto l'ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, è stata ricevuta, secondo quanto si apprende, al ministero degli Esteri di Teheran; l'intento della diplomatica è garantire un trattamento rispettoso dei diritti della persona per la giornalista reclusa, oltre ribadire ancora una volta la richiesta di liberazione.
Il governo italiano, nel frattempo, continua a scambiare informazioni, in particolare con Stati Uniti ed Iran, in seguito alla proposta di scambio di prigionieri avanzata da Teheran con Mohammad Abedini, il trentottenne ingegnere iraniano arrestato a Malpensa, sul quale pendeva un mandato internazionale di cattura diramato dagli Usa.
La corte d'appello di Milano ha fissato per il prossimo 15 gennaio l'udienza per discutere la richiesta dei domiciliari avanzata dalla difesa di Abedini, bloccato in Italia il 16 dicembre scorso. L'istanza ha il parere negativo della Procura generale di Milano.
Lo stesso Abedini, durante un recente colloquio con il proprio avvocato, ha affermato di pregare per Cecilia Sala e per sé stesso ed ha inoltre ribadito la preoccupazione per la propria famiglia.
Davide Fifaco