37 centimetri di spessore di ghiaccio persi in appena quattro giorni, dal 21 al 24 agosto, nel ghiacciaio dei Forni, in Alta Valtellina, un dato decisamente superiore alla media, che di solito era di 6 centimetri al giorno, spiega Guglielmina Diolaiuti, glaciologa e professoressa di geografia all'Università degli Studi di Milano, in merito ai dati raccolti negli ultimi giorni, durante l'eccezionale ondata di calore che ha sconvolto le alte quote di tutta Italia.
Le trasformazioni sono evidenti a occhio nudo: da metà Ottocento il ghiacciaio dei Forni ha perso circa 10 chilometri quadrati, ovvero metà della sua superficie, mentre la fronte del ghiacciaio è arretrata di 400 metri in meno di dieci anni.
Claudio Smiraglia, membro del network di esperti ed esperte "Voci per il clima" promosso da Greenpeace Italia, spiega: "In queste giornate lo zero termico è stato sempre oltre i 4.000 metri, a volte oltre i 5.000 metri, perciò tutto il ghiacciaio dei Forni è ai livelli di fusione. Questo libera una grande quantità di acqua che nei prossimi anni causerà una riduzione enorme dei volumi del ghiacciaio e quindi anche un minor rilascio idrico estivo con impatti non trascurabili anche in pianura. Se le temperature nei prossimi giorni continueranno a seguire questa tendenza al rialzo, il ghiacciaio subirà delle conseguenze gravissime".
Il ritiro dei ghiacciai aggrava anche il rischio di siccità durante il periodo estivo, quando la fusione della neve e dei ghiacci accumulati durante l’inverno sopperisce alle minori piogge: senza i ghiacciai, verrebbe meno questa importante riserva d’acqua, essenziale sia per gli ecosistemi sia per le attività umane, a partire dall’agricoltura.
La seconda tappa della spedizione di Greenpeace Italia e del Comitato Glaciologico Italiano è prevista in questi giorni al ghiacciaio del Miage, in Valle d'Aosta, dove sarà misurata la fusione annuale di questo importante gigante di ghiaccio appartenente al gruppo del Monte Bianco.
Davide Fifaco