Sì ai controlli del green pass, ma non dei documenti: dopo le riserve sollevate da titolari di bar e ristoranti sulle modalità di controllo della certificazione che attesta la vaccinazione, la guarigione dal Covid o un tampone recente, è intervenuta la stessa ministra dell’interno Luciana Lamorgese per chiarire le procedure.
I titolari dei locali in Italia devono garantire l’osservanza delle misure anti-Covid, come uso della mascherina, distanziamento e possesso del green pass ma, ha chiarito il ministero, “non potranno chiedere la carta d'identità ai clienti”. “Gli esercenti non devono fare i poliziotti”, ha detto la ministra, e andare al ristorante con il green pass “è come andare al cinema e mostrare il biglietto”. I controlli sull’identità saranno invece effettuati dalle forze dell’ordine.
Il chiarimento del governo è stato accolto con favore dalle organizzazioni degli esercenti, che però chiedono norme chiare per tutelare anche i titolari dei locali in caso di eventuali irregolarità sul green pass.
Sempre il ministero dell’interno ha poi specificato che l’obbligo di avere il green pass vale, oltre che per bar e ristoranti, anche per spettacoli, musei e luoghi della cultura, strutture sportive e culturali al chiuso, sale gioco, centri termali, parchi tematici e di divertimento, e anche per congressi, fiere e sagre, anche se, nel caso non ci sia un accesso che consenta il controllo, gli organizzatori dovranno solo limitarsi rendere noto che è richiesto il pass per partecipare.
La questione dei controlli è ancor più attuale e urgente alla luce del mercato dei green pass falsi che si sta già sviluppando: anche nelle ultime ore la Polizia italiana ha sgominato una rete di falsi green pass online, con perquisizioni e sequestri nei confronti degli amministratori di 32 canali Telegram.
Alessandro Martegani