Foto: Reuters
Foto: Reuters

A gennaio il governo italiano è deciso a riprendere i trasferimenti dei migranti verso l'Albania. A fortificare questa possibilità la sentenza della Cassazione del 19 dicembre, ovvero la pronuncia su un caso che precede il decreto con cui il governo ha ridefinito la lista dei Paesi sicuri, riconosce alla politica il diritto di stabilire un regime differenziato delle domande di asilo per chi proviene da Paesi designati come sicuri.

Quindi il giudice "non può sostituirsi" al ministro degli Esteri, né "può annullare con effetti erga omnes il decreto ministeriale" ed anche le recenti promesse della premier Giorgia Meloni sul fatto che “i centri funzioneranno, dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano".

I giudici finora hanno bocciato i trattenimenti nei centri albanesi dei richiedenti asilo. Per superare l'ostacolo il governo - con un emendamento inserito nel decreto flussi - ha trasferito la competenza delle decisioni sui trattenimenti dai magistrati delle sezioni immigrazione alle Corti d'appello. Con la speranza di avere decisioni favorevoli. La misura diventa operativa 30 giorni dopo l'entrata in vigore della legge, cioè il prossimo 11 gennaio.

"Mi pare - afferma Meloni - che la Cassazione abbia dato ragione al governo, è diritto dei governi stabilire quali siano i Paesi sicuri", mentre i giudici possono "entrare nel singolo caso, non disapplicare in toto". Bisogna, ha aggiunto, "pensare fuori dagli schemi: l'Italia è stata la prima a fare un accordo con un Paese extra Ue, stiamo avendo qualche problema nell'interpretazione delle regole ma lo stiamo superando, è un nuovo modo di affrontare questo problema".
Il progetto è dunque quello di riprendere i trasferimenti in Albania senza attendere ulteriori decisioni.

Davide Fifaco