Era il 13 marzo 2013: piazza san Pietro salutava l’elezione del nuovo Papa dopo le dimissioni di Benedetto sedicesimo. Al soglio pontificio saliva Jorge Mario Bergoglio, che fin da subito, con un semplice “buonasera” rivolto ai fedeli, e il nome scelto, quello di Francesco, il santo povero, ha fatto capire di voler imprimere una svolta alla chiesa per renderla più vicina ai dimenticati e alle periferie del mondo.
Papa Francesco, argentino, il primo Pontefice proveniente dal continente americano, è entrato subito nel cuore e ispirato stima e simpatia in tutto il mondo, credente o meno, non esitando ad assumere posizioni coraggiose, pur mantenendo la barra dritta sulle questioni di fede e dei dogmi della chiesa.
È nota la sua posizione aperta verso la comunità LGBTQ+: “Dio ama tutti i suoi figli”, ha detto più volte, pur rimanendo fermo sul concetto di famiglia tradizionale e sul fatto che l’omosessualità sia un peccato. Nessuna apertura sull’aborto, ma ha spalancato più dei predecessori le porte della Chiesa, e anche dell’organizzazione del Vaticano, alle donne. Da cardinale aveva anche appoggiato l’idea di conferire il presbiterato a persone sposate, per far fronte alle esigenze pastorali nelle foreste amazzoniche
La sua svolta si è rivelata anche nella gestione del Vaticano, ereditato con grandi problemi economici, eliminando alcuni privilegi: esemplare la decisione di risiedere a Santa Marta, anziché negli appartamenti vaticani.
Primo gesuita a capo del Vaticano, non ha esitato a chiedere chiarezza sulla vicenda dei casi di pedofilia fra gli esponenti della Chiesa, una lotta iniziata da Benedetto sedicesimo: nei suoi viaggi ha incontrato le vittime in Italia, Francia, Cile e Irlanda, ha spinto per velocizzare processi e condanne contro i preti pediofili, disposto la “rimozione” dagli incarichi per i condannati “per aver abusato di un minore o di una persona vulnerabile”, abolito il segreto pontificio per questi casi.
In tutti i suoi viaggi, più di 40, ha poi sempre tenuto in primo piano il tema della lotta alla povertà e della pace, come ha confermato anche nel podcast, il primo del suo pontificato, realizzato in occasione dei 10 anni: “La pace, ci vuole la pace– ha detto –, se per un solo anno non si facessero armi, si risolverebbe il problema della fame del mondo”.
In 10 anni sono anche un’occasione per avviare un’opera di profonda riforma della Chiesa, criticata più volte dallo stesso Bergoglio, che in passato ha parlato di rigidità e autoreferenzialità, puntando il dito anche contro il clericalismo, definito una “perversione del sacerdozio”.
Alessandro Martegani