Il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha spiegato che nell'incontro tra governatori si è consapevolmente e volutamente scelto di non mettere date nelle linee guida per le riaperture e che non si va alla ricerca di uno scontro ma di proposte costruttive, poi il governo farà le proprie scelte. Tra le richieste anche quella di favorire in via sperimentale le attività che si possono svolgere all'aperto.
Sulla mobilità tra Regioni, "nel processo di graduale riapertura, ovviamente dovremmo andare in quella direzione", ha aggiunto Fedriga. Parlando poi della campagna di vaccinazione nelle Regioni e di casi di persone renitenti, il presidente del Friuli-Venezia Giulia ha osservato che "non possiamo colpevolizzare la Regione dicendo che non sta vaccinando, perché se la gente non vuole vaccinarsi è difficile costringerla a meno che il Governo non decida di fare una legge sull'obbligatorietà".
Le linee guida proposte dai diversi territori sono un po' più stringenti rispetto a quelle dello scorso anno, prendendo in considerazione in particolare le peculiarità della variante inglese. Ad esempio, si richiedono due metri di distanza all'interno di palestre, cinema, teatri e nei ristoranti, dove sarebbe vietata la consumazione al banco dopo le 14. L'essere vaccinati non fa cadere l'obbligo di utilizzare la mascherina in bar, ristoranti, cinema e teatri. Per cinema e spettacoli dal vivo, le misure si mantengono se integrate con tamponi all'ingresso, test negativi effettuati nelle ultime 48 ore e completamento della vaccinazione. Almeno un metro di distanza - frontale o laterale - tra spettatori se indossano la mascherina e almeno due metri di distanza qualora le disposizioni prevedano di non indossarla.
Quelle proposte, ha ribadito Fedriga, "sono le linee guida per quando il Governo deciderà di riaprire le diverse attività, ma la lettera di accompagnamento è la parte fondamentale: suggeriamo anche un passaggio transitorio, perché sono convinto, come ha detto il Presidente del Consiglio Mario Draghi, che serva gradualità" e questa gradualità "può partire dalle attività all'aperto".
In attesa di capire l'evolversi della situazione epidemiologica praticamente tutte le forze politiche hanno chiesto una calendarizzazione delle riaperture. Draghi non ha escluso che qualche apertura venga già anticipata entro la fine di aprile, ma i rigoristi frenano.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha parlato di un piano per l'allentamento delle misure che saranno approvate sempre in Consiglio dei ministri ma anche per eventuali tempestivi interventi di chiusura quando dovesse servire.
Davide Fifaco