A Bologna è stato acceso “Leonardo”, il supercomputer al servizio della ricerca, dalla fisica e l’astronomia alle scienze della Terra alla meteorologia, in grado di eseguire oltre un miliardo di miliardi di operazioni al secondo. Permetterà nuove applicazioni in settori di frontiera, come l'intelligenza artificiale e la medicina personalizzata, le fonti di energia rinnovabile, le previsioni meteorologiche e i cambiamenti climatici, fino alla genomica ed alla previsione di eventi naturali estremi.
L’assemblaggio, iniziato in luglio, è proseguito per tutta l'estate presso il Tecnopolo di Bologna.
Grazie a questa macchina, ospitata in Italia, e al supercomputer Lumi, che si trova in Finlandia, l’Europa diventa una delle potenze internazionali del calcolo.
Gestito dal Cineca, un consorzio interuniversitario italiano senza scopo di lucro, cui aderiscono 69 università italiane, 2 Ministeri e 27 Istituzioni pubbliche Nazionali, Leonardo è finanziato per metà dall’Unione Europea attraverso l’impresa comune per il calcolo ad alte prestazioni EuroHPC e per il resto dal ministero per l’Università e la Ricerca, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa).
La potenza di calcolo di Leonardo è ora a disposizione della ricerca italiana ed europea e fra le applicazioni ci sono anche le Scienze della Terra. “La possibilità di elaborare quantità finora inimmaginabili di dati apre nuovi orizzonti e nuovi spazi di ricerca", ha osservato Micol Todesco, a capo della sezione di Bologna dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Il supercomputer permetterà infatti di capire meglio anche eruzioni vulcaniche e maremoti.
Davide Fifaco