Migranti e Africa: Giorgia Meloni si focalizza sui temi più urgenti e importanti per l'Italia, all'Assemblea generale dell'Onu, convocata a New York, dal presidente di turno albanese Edi Rama.
L'Onu non può "voltarsi dall'altra parte" è l'appello della premier nel suo primo discorso al Palazzo di Vetro, convinta che sia dovere delle Nazioni Unite "rifiutare ogni ipocrisia sul tema e dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani". "Per farlo - continua Meloni - dobbiamo lavorare insieme a ogni livello, e l'Italia intende essere in prima fila su questo fronte. Un certo approccio ipocrita in tema di immigrazione ha fatto arricchire a dismisura questa gente. Noi vogliamo combattere la mafia in tutte le sue forme, e combatteremo anche questa. Deve essere un obiettivo che ci unisce tutti".
La presidente del Consiglio sottolinea, inoltre, che vanno affrontate "le cause alla base della migrazione, con l'obiettivo di garantire il primo dei diritti, che è il diritto a non dover emigrare". "Bisogna coinvolgere le nazioni più povere - prosegue - che subiscono più di tutti il conflitto contro Kiev con quella scelta di creare "il caos" nel quale si "infiltrano i trafficanti di esseri umani".
In Africa "c'è stato spesso un approccio predatorio, ma adesso occorre invertire la rotta", ha affermato la premier. L'Africa "non è un continente povero. È al contrario un continente ricco di risorse strategiche. Detiene la metà di quelle minerarie del mondo, tra cui abbondanti terre rare, e il 60% delle terre coltivabili, spesso inutilizzate. L'Africa non è un continente povero, ma è stato spesso ed è ancora un continente sfruttato. Troppo spesso gli interventi delle nazioni straniere nel continente non sono stati rispettosi delle realtà locali. Spesso l'approccio è stato predatorio, e ciononostante perfino paternalistico. Occorre invertire la rotta".
Infine, Meloni sottolinea che l’"Italia sostiene la necessità di una riforma del Consiglio di Sicurezza" che lo renda "più rappresentativo, trasparente ed efficace". L'idea è quella di un’assemblea "che garantisca una distribuzione geografica dei seggi più equa e rafforzi anche la rappresentanza regionale".
Davide Fifaco