
“Ho difficoltà a confrontarmi con le idee degli altri, ma sono molto convinta delle mie, le rivendico e penso che questa sia la base della democrazia”. Giorgia Meloni non fa un passo indietro, nonostante le reazioni, giunte anche da parte dei vertici dell’Unione europea, alle sue dichiarazioni contro il Manifesto di Ventotene, testo ritenuto uno dei pilastri dell’Europa Unita.
Anche da Bruxelles, deve era impegnata nel vertice europeo, la premier italiana ha rilanciato dopo il suo discorso alle Camere, in cui aveva dichiarato che l’Europa prefigurata da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, durante il confino nell’isola di Ventotene voluto dal regime fascista, “non è la sua Europa”.
Non si è trattato, ha fatto capire, di una provocazione, ma dell’avvio di una precisa operazione per cambiare i principi dell’Unione: l’attacco frontale a una delle basi dell’integrazione europea però si spiega anche con la necessità di distogliere l’attenzione delle opposizioni e della stampa dalle divisioni interne alla maggioranza di centro destra su temi come il riarmo e le relazioni con gli Stati Uniti, e di trovare una nuova linea soprattutto per il suo partito, in bilico fra il sostegno all’Ucraina nella guerra contro la Russia e la volontà di accreditarsi come la sponda europea per l’America di Trump.
Meloni, che in aula aveva letto alcune frasi decontestualizzate e anche parziali, non ha esitato a rilanciare, rischiando anche di trasformare l’attacco al Manifesto di Ventotene in una critica a tre antifascisti mandati al confino dal regime di Mussolini. “Non sono d'accordo con quello che leggo su quel testo – ha spiegato - ma questo non vuol dire insultare”. “Sono rimasta sconvolta - ha poi aggiunto - dalla reazione che ho visto in Aula, con parlamentari della Repubblica che sono arrivati sotto i banchi del governo con insulti e ingiurie”. “Io sono stata insultata, e penso francamente che la sinistra stia perdendo il senso della misura, che stia uscendo fuori un’anima illiberale e nostalgica”, ha concluso, scatenando la reazione del centro sinistra che così, ancora una volta, è caduto nella trappola polemica della premier.
Ad alimentare le polemiche sono giunte anche le indiscrezioni, subito smentite, sulla cena che Meloni ha avuto con gli eurodeputati del suo partito, in cui avrebbe di fatto ammesso che le dichiarazioni su Ventotene erano proprio uno strumento per mandare fuori giri le opposizioni. Smentita o meno, si tratta di un obiettivo pienamente raggiunto.
C’è comunque anche una strategia a lungo termine: Meloni ha detto chiaramente che la sua idea di Europa sta nei Trattati di Roma, dei quali il prossimo 25 marzo ricorre l’anniversario, cercando quindi di scardinare l’idea che l’Europa unita abbia radici a sinistra.
E mentre il Quirinale ha alzato l’attenzione sul caso, temendo che possa gonfiarsi a livello europeo e isolare l’Italia, il Partito democratico non molla la polemica e ha organizzato per domani una manifestazione sull’isola di Ventotene “in difesa dei valori europei”.
Alessandro Martegani