Foto: ANSA
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Ci troviamo ad Avellino, Lecce, Milano, Pisa, Sassari, Nuoro e Treviso. Queste sono le città dove sono iniziate le indagini. Sono bastati dei messaggi che non sono sfuggiti alle forze dell’ordine per scovare un’irragionevole passione per le armi, coltivata in segreto tra coetanei. “I miei genitori sono contrari alle armi, allora me le fabbrico io oppure le prendo da qualche parte” scriveva uno dei ragazzi. Andavano in giro con coltelli, e a volte persino pistole che portavano con loro a lezione. “Io avevo una Glock, e ci sono andato a scuola perché lo avevo visto in un film americano” si legge in un altro messaggio, che conferma per l’ennesima volta come i media, anche la televisione, spesso diventano una fonte d’informazione dannosa per i giovani d’oggi. Ma oltre ai messaggi c’erano anche delle prove concrete delle armi che possedevano: la Polizia Postale ha trovato foto e video che mostravano armi da taglio, da sparo e da softair, esposte o durante l’utilizzo effettivo. Nelle loro discussioni su Telegram, i ragazzi chiedevano informazioni e consigli su come confezionare esplosivi e detonatori, mostrando i loro “lavori”, gli ordigni che avevano realizzato. Una tendenza che purtroppo sembra essere sempre più diffusa agli occhi delle forze dell’ordine. La Polizia Postale ha spiegato che alcune indagini hanno avuto esito positivo; quindi, i loro messaggi non erano solo “chiacchiere” tra adolescenti, come in molti speravano, ma riflettevano la realtà; infatti, nelle abitazioni dei ragazzi perquisiti in sette città italiane sono stati trovati coltelli, armi giocattolo e tirapugni. Ora la parola passa all’autorità giudiziaria per minorenni, che valuterà se e quali provvedimenti adottare nei confronti dei giovani ragazzi.

B.Ž.