“Restiamo distanti oggi per abbracciarti con più calore domani”: è l’auspicio di Giuseppe Conte dopo la decisione di chiudere tutte le attività non essenziali dell’Italia, un invito che per ora sembra essere stato accolto nuovamente dalla maggioranza degli italiani.
Il traffico nei centri delle grandi città è sensibilmente diminuito, alcune aree sono pressoché deserte. Ora non rimane che attendere almeno due settimane, ma l’attesa potrebbe essere anche più lunga per vedere una ripresa della vita normale del paese.
Conte ha invitato ad avere pazienza, e non ha escluso un’escalation di contagi nei prossimi giorni, ma in due settimane dovrebbero cominciare vedersi gli effetti di quello che di fatto è un isolamento dell’intera penisola. Chiusi tutti i negozi di generi non essenziali, bar, pub, ristoranti, che potranno fare solo servizio a domicilio, aperte le fabbriche ma “con misure di sicurezza”, chiusi parrucchieri, centri estetici, servizi di mensa. Aperti invece alimentari, farmacie, parafarmacie e tutti servizi essenziali e di pubblica utilità; in attività anche gli artigiani come idraulici, meccanici, aperte le edicole e le pompe di benzina.
Anche Aeroporti di Roma ha predisposto un piano di ridimensionamento dell'operatività dei terminal passeggeri di Fiumicino e Ciampino, con la chiusura di alcune strutture.
Il governo intanto pensa anche alla ripresa delle attività economiche, la preoccupazione maggiore dopo la tutela della salute dei cittadini: dovrebbero esser rinviate tutte le scadenze dei mutui e fiscali, e sono già stati stanziati 25 miliardi di euro. Trattative sono in corso con Bruxelles per ottenere maggiore flessibilità sul deficit. Un decreto sulle misure economiche per l'emergenza coronavirus sarà varato domani e conterrà provvedimenti per 12 miliardi di euro.
Fra gli impegni del governo anche la nuova data per celebrare il referendum sul taglio dei parlamentari che avrebbe dovuto tenersi il 29 marzo: un adempimento che dovrà essere espletato entro il prossimo 23 marzo.
Alessandro Martegani